Cina 2025
Cina
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Repubblica Popolare Cinese
La Cina è stata da sempre una meta da me ambita, vuoi solo per poter vedere coi miei occhi una delle sette meraviglie del mondo moderno: La Grande Muraglia Cinese. Quanti documentari di Piero Angela ho visto sulla Grande Muraglia? Quante storie ho sentito, vere o fake (si vede dallo spazio)? Sicuramente è un'opera imponente che ha da sempre stuzzicato la mia curiosità.
Però, per una cosa o per l'altra, ho sempre rimandato il viaggio in questo Paese dalla storia millenaria.
Quest'anno l'occasione è ghiotta in quanto le Pasqua è subito precedente ai ponti del 25 Aprile e del 1° Maggio e i periodi migliori per visitare questo enorme stato asiatico sono proprio la primavera e l'autunno; d'estate ci crepi dal caldo e d'invero ci crepi dal freddo.
Fortunatamente Avventure Nel Mondo mi ha assegnato il viaggio giá ad inizio settembre del 2024 e ho avuto tutto il tempo per organizzarlo come si deve.
Nonostante fossero anni che volevo visitare la Cina, le aspettative in generale non erano altissime; certo sapevo che sarebbe stato bello ma non credevo sarebbe stato così tanto bello.
Il viaggio tocca le mete principali: Pechino, Xi'an, Guilin e Shanghai. In mezzo però ho avuto la possibilità di inserire delle visite interessanti a Datong, Pingyao e anche ai parchi naturali di Zhangjiajie.
Ecco di seguito l'itinerario giornaliero del viaggio.
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data |
tappe |
km |
tempi |
1 |
(sab) 19/04/2025 |
Roma Fiumicino -> Chengdu |
8.004 |
11h05’ |
Visto che non è possibile effettuare il check-in online con la Sichuan Airlines ho chiesto al gruppo di recarsi direttamente al Desk della compagnia aerea per sbrigare le formalità del drop-off dei bagagli ed effettuare anche il check-in.
Il gruppo al completo si incontra direttamente al gate di imbarco del volo per Chengdu che decolla in orario.
Avevo qualche perplessità sulla scelta della compagnia aerea ma alla fine abbiamo volato bene e i sedili erano comodi con sufficiente spazio per le gambe.
gg |
data |
tappe |
km |
tempi |
2 |
(dom) 20/04/2025 |
Chengdu -> Pechino |
1.545;30 |
2h45’;1h; tardo pomeriggio libero |
Atterriamo in orario a Chengdu, fortunatamente i bagagli andranno direttamente a Pechino e noi dobbiamo fare il cambio di terminal. L’aeroporto è davvero grande e lo scalo è di circa sei ore. Ne approfittiamo per attivare le nostre e-SIM e vedere che tutto funzioni. Sbrighiamo le formalità di ingresso nel Paese e ci rendiamo subito conto di quanto saranno minuziosi i controlli per tutto il periodo della nostra permanenza in Cina. Per i fumatori sarà traumatico: accendini e fiammiferi confiscati ad ogni controllo.
Passato lo scoglio della dogana ci sparpagliamo per colazione e ci ritroviamo all’imbarco del volo per Pechino che parte in perfetto orario. Atterriamo nella capitale cinese poco dopo le 14:00.
Ritiriamo i bagagli ed usciamo dall’aeroporto. All’uscita ci aspetta il driver con il cartello “Avventure Nel Mondo – Roberto Andreasi”. Il pullmino è nuovo di zecca, pulitissimo e profumato: se il buongiorno si vede dal mattino…
Dopo circa un’oretta nel traffico di Pechino arriviamo al Long Ge Hotel. Ci siamo resi subito conto delle dimensioni delle metropoli in Cina. È tutto enorme: strade, palazzi, parchi. Nel tragitto mi sono divertito a vedere come funziona il navigatore Amaps che è davvero portentoso. Oltre a mostrare il time-out dei semafori, durante la marcia ti indica in quale corsia spostarti per risparmiare tempo. Tutti in Cina usano quel navigatore, anche i nostri driver, e come dargli torto? Mai visto una precisione simile.
Sbrigata la formalità di pagamento dei servizi e di cambio denaro abbiamo il resto del pomeriggio e la sera per guardarci attorno. Purtroppo, l’hotel è in posizione assai infelice e l’unica cosa che abbiamo relativamente vicino (circa quattro chilometri a piedi) è il parco olimpico con il famoso stadio “Bird’s Nest”. Non ci sono ristoranti nei dintorni dell’albergo, c’è solo un piccolo supermercato e una lavanderia che tiene aperto dalle 9:00 del mattino alle 19:00.
Lungo la passeggiata non possiamo fare a meno di ammirare gli enormi palazzi che sovrastano le grandi strade a tre o quattro corsie per senso di marcia. Grattacieli da cinquanta, sessanta o settanta piani crescono come funghi lungo le grosse arterie della capitale. Sono alti, larghi e poco profondi; solitamente si vedono a gruppi da sei a dodici palazzi identici affiancati e alternati in due file. Danno proprio l’idea di essere dei formicai. Sono tutti palazzi residenziali dove vivono decine di migliaia di persone stipate in appartamenti che vanno dal loculo al grande terrazzo di diverse centinaia di metri quadri. La maggior parte, ci spiegherà la guida di Pechino, sono appartamenti che variano dai settanta agli ottanta metri quadri con un costo al metro quadro esorbitante: a partire da un equivalente di diecimila Euro al metro quadro a salire. Non esistono parcheggi lungo le strade e circa il 35% del parco circolante è dotato di targa verde con scritte nere che identifica i veicoli “full electric”. Il resto dei veicoli ha targhe blu con scritte bianche che identifica i veicoli a motore endotermico (sono tutti a benzina, solo i camion e i bus sono diesel). Mi ha impressionato il fatto che tutto il parco circolante è nuovissimo con auto elettriche mai viste in Europa e con macchine a benzina tutte di grossa cilindrata.
Avvicinandoci al parco olimpico, con nostra sorpresa, vediamo che c’è tantissima gente, il “nido” è acceso e si sente musica ad alto volume uscire dal moderno impianto inaugurato per le olimpiadi del 2008. Chiedendo in giro, con grande difficoltà, riusciamo a farci dire che si tratta di un concerto del cantante cinese Jason Zhang in una delle date del suo tour mondiale “1982”. C’è molta gente fuori dallo stadio e lungo tutta la passeggiata del parco olimpico. Ci fermiamo per la prima cena di gruppo in un ristorante di cucina “hot pot”: un piatto conviviale molto popolare in Cina e in altri paesi asiatici. Si tratta di un grande pentolone posto al centro del tavolo, spesso diviso in due o più scomparti con brodi diversi (piccante, delicato, alle erbe, ecc.), dove ogni commensale immerge carne cruda, verdure, funghi, tofu, noodles e altri ingredienti per cuocerli al momento. Buono e ci rendiamo subito conto che per mangiare in Cina si spende decisamente meno rispetto all’Italia. Mediamente con un equivalente di sei o sette euro a persona si mangia discretamente bene con tanto di bibita o birra annessa. Comunicare con i camerieri non è semplice e dobbiamo usare il traduttore e molti gesti.
Dopo cena rientriamo in albergo, siamo tutti stanchi e da domani inizia il vero tour de force.
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data |
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km |
tempi |
3 |
(lun) 21/04/2025 |
Pechino |
Circa 30km a piedi |
Tutta la giornata |
Sveglia alle 6:30, colazione alle 7:30 e alle 8:00 si parte. Io sono pronto nella hall dieci minuti prima del convenuto per incontrarmi con la guida Massimo che trovo già pronto.
Il gruppo, che si rivelerà uno dei più puntuali mai avuto, è pronto e subito Massimo ci dota degli auricolari che si riveleranno importantissimi: lo sentiremo bene in mezzo alla folla e ci serviranno per rimanere compatti; se inizi a non sentire bene la guida vuol dire che ti stai allontanando dal gruppo. Anche Massimo ci dice che il nostro albergo è in una posizione davvero poco felice, ed è la prima volta in tanti anni che ci viene. E ti pareva che non fossimo i primi sfortunati? L’albergo si trova a circa due chilometri e mezzo a piedi dalla fermata Jandemen della linea 10 (quella circolare). Per arrivarci dobbiamo stare attenti a non farci investire dalle centinaia di miniscooter elettrici che popolano le vie laterali e i marciapiedi. Massimo è dotato anche di biglietti giornalieri di Metro, Tram e Bus per tutto il gruppo, lo rimborseremo alla fine della seconda giornata di city tour. Ogni volta che si entra in una fermata della metropolitana dobbiamo posare gli zaini sul nastro del security check e passare attraverso il metal detector. I controlli sono per fortuna poco accurati e non ci porteranno via mai tanto tempo. La prima meta della giornata è il palazzo d’estate.
Purtroppo, il meteo non è dei migliori, minaccia pioggia ma al momento regge. Nonostante siamo ancora lontani dai giorni caldi della Festa del Lavoro del primo maggio, al palazzo d’estate c’è già molta gente. La visita con Massimo dura circa tre ore. Le sue spiegazioni sono interessanti anche se purtroppo molto scolastiche e poco coinvolgenti. Bisogna sforzarsi per mantenere la concentrazione sulle spiegazioni altrimenti si perde velocemente il filo.
Verso la fine della visita al palazzo inizia a piovere. Terminata la visita ci rechiamo al Hutong Nanluoguxiang. Di fatto si tratta di quello che rimane di un vecchio Hutong. La via principale è piena di negozietti e ristorantini. Molti di noi ne approfittano per mangiare qualcosa al volo e rilassarsi un pochino. Sono circa le 14:30 quando ci spostiamo al quartiere di Shichachai, la pioggerellina si trasforma a tratti in un vero e proprio acquazzone ma eravamo preparati. Alcuni di noi usano l’ombrello mentre altri si accontentano del guscio antipioggia. Massimo ci spiega come si viveva in questi quartieri, il significato dei simboli sopra le porte e come si vive ora. La spiegazione è veloce perché il meteo peggiora ulteriormente e noi vorremmo solo andare in un luogo asciutto. Ne approfittiamo per recarci allo Zoo di Pechino a vedere i Panda. Non era in programma ma ci è sembrata la soluzione migliore per non buttare il resto del pomeriggio.
La visita ai docili plantigradi è abbastanza veloce, abbiamo ancora tempo e quindi giriamo per tutto lo zoo. Si fa sera, abbiamo fame e quindi Massimo ci accompagna in un grande centro commerciale a poche fermate di metro dal nostro albergo. Ci scaldiamo, ci asciughiamo e ceniamo in un ristorante che risulterà appena decente. Dopo esserci riposati dalla fatica della giornata torniamo in albergo molto stanchi e infreddoliti. Oggi si è camminato molto, il mio orologio segna 28 chilometri, molti dei quali al freddo e sotto la pioggia.
Alcune stanze dell’albergo, come la mia, non hanno finestre. Io ero troppo stanco per farmela cambiare e alla fine ho avuto ragione: le stanze con finestra che davano sulla strada erano molto rumorose e alcune avevano dei forti spifferi d’aria che entravano dagli infissi di scarsa fattura. Decisamente l’albergo peggiore del viaggio. Unico appena sufficiente, gli altri saranno di ben altro livello.
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data |
tappe |
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tempi |
4 |
(mar) 22/04/2025 |
Pechino |
Circa 25km a piedi |
Tutta la giornata |
Secondo giorno di City Tour guidato di Pechino. Partiamo alle 8:00 dopo aver fatto colazione.
La prima meta della giornata è il Tempio del Cielo. Entriamo per le nove del mattino e non c’è ancora tantissima gente. Il turismo locale inizia a muoversi più tardi e per questo motivo modificheremo le tempistiche e l’ordine delle nostre visite durante tutto il viaggio. La visita dura circa un’ora e mezza. Rispetto alla giornata precedente il meteo è splendido e la temperatura è perfetta: né troppo caldo, né troppo freddo. L’area del tempio si divide in tre zone distinte: quella dell’altare circolare che veniva usata per i sacrifici al Dio del cielo, il tempio dedicato al Dio dell’universo e poi il tempio più grande dedicato alla Preghiera per i buoni raccolti. La spiegazione di Massimo è scolastica ma funzionale. La tappa successiva è la visita della piazza Tienanmen, divenuta popolare a causa delle proteste avvenute tra il 15 aprile e il 4 giugno del 1989 e sfociata nel tristemente famoso “massacro” di centinaia di manifestanti da parte dell’esercito. L’immagine che ci ricordiamo della piazza è quella del “Rivoltoso Sconosciuto”, un uomo solo e disarmato che si è parato davanti ad una colonna di carri armati per fermarli. I controlli per entrare nella piazza sono meticolosi. In piazza non è possibile portare vessilli, simboli o bandiere di sorta. Nemmeno per i cittadini cinesi è semplice accedere alla piazza; per loro è necessaria una sorta di “prenotazione” che deve avvenire almeno 24 ore prima dell’ingresso nella piazza. È davvero grande, una delle più grandi piazze aperte al mondo. Sulla piazza si affacciano diversi palazzi governativi, il Mausoleo di Mao Zedong e ovviamente la porta “Tienanmen” ovvero la porta sud della Città Proibita.
Prima di recarci in piazza ci siamo fermati ad acquistare dei ravioli per un pranzo al volo che abbiamo consumato in un’area antistante all’ingresso “interno” della Città Proibita, subito dopo aver attraversato porta “Tienanmen”.
La Città Proibita è semplicemente da “wow”, ammetto di aver provato un certo brivido una volta entrati nella piazza principale. Qui la spiegazione di Massimo è stata molto buona e ci ha descritto molto bene le dinamiche di vita all’interno del complesso durante le dinastie degli imperatori. La visita è durata dalle 14:00 alle 17:30 circa, dopodiché siamo saliti sulla collina di Jingshan Park per ammirare la Città Proibita da un punto privilegiato. Devo dire che Massimo è stato preziosissimo tanto che gli abbiamo chiesto di portarci in un ristorante non turistico dove cucinano l’anatra laccata alla pechinese e di rimanere con noi a cena. Ci ha portato in quello che poi è risultato il miglior ristorante del viaggio: l’”Honglian Roast Duck”. Cena squisita, abbondante e conviviale; la miglior anatra laccata mangiata in vita mia. Ci lasciamo con alcuni consigli per il giorno successivo dove saremo stati da soli: essere al più presto possibile a Mutianyu per la visita alla Grande Muraglia, successivamente visita alla Dingling Tomb e per finire la Via Sacra.
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data |
tappe |
km |
tempi |
5 |
(mer) 23/04/2025 |
Pechino-> Mutianyu -> Pechino -> Datong |
65;45;5;28;330 |
1h30’;1h;10’;45’;2h15’ |
I consigli di Massimo si sono rivelati giusti. Siamo arrivati al parcheggio di Mutianyu alle 9:15, solo perché il driver ha seguito pedissequamente il navigatore che però non teneva conto delle dimensioni del nostro pullman e ci ha voluto far passare per delle stradine di campagna strettissime fino a quando ci siamo incagliati e abbiamo dovuto fare dietrofront e chiedere alle persone del posto che strada seguire. Fortuna che avevamo chiesto di partire con grande anticipo sulla tabella di marcia. Il giro prevede: Shuttle bus andata e ritorno dal parcheggio turistico all’ingresso del parco, cabinovia andata e ritorno per la Grande Muraglia e ingresso alla Grande Muraglia. La cabinovia ha come arrivo la torre 14 della muraglia. Volendo, dalla torre 14, è possibile scendere a destra fino alla torre 6 e da lì prendere un Mountain-bob per tornare alla fermata del shuttle bus. Non essendo compreso nella prenotazione, chi lo ha fatto, ha dovuto acquistare un secondo biglietto al ticket office che si trova alla base della seggiovia che porta alla torre 6. In pratica: una volta scesi dallo shuttle bus si percorrono un centinaio di metri a piedi in salita fino ad arrivare alla biglietteria della seggiovia che si trova destra della stradina, si acquistano i biglietti, e poi si torna a salire sulla stradina che porta all’attacco della cabinovia (a sinistra) che porta alla torre 14. Noi abbiamo fatto tutto in due ore perché il driver ci dettava i tempi che in linea di massima sarebbero andati bene nel caso in cui avessimo incontrato un traffico tremendo sia uscendo da Pechino che rientrandoci. Diciamo che l’elasticità non faceva parte del bagaglio delle doti del nostro driver. Siamo arrivati prestissimo e c’era pochissima gente per cui abbiamo fatto tutto senza fare code. Saremmo potuti stare almeno un’ora in più che ci avrebbe fatto molto piacere e ci avrebbe dato modo di pranzare all’ingresso del parco dove ci sono tantissimi ristorantini, street food e catene di fast food. Invece, seguendo i dettami del driver, ci siamo trovati a pranzo in un ristorante lungo la strada che avremmo volentieri evitato; fortunatamente erano velocissimi e non ci abbiamo impiegato molto a mangiare. La seconda tappa è la visita della Dingling Tomb, la tomba dell’imperatore Wanli della dinastia Ming e delle sue imperatrici. Fa parte del complesso delle tredici tombe dei Ming nell’area successiva alla Via Sacra. Essendo senza guida ne abbiamo presa una parlante inglese che abbiamo trovato all’ufficio informazioni. Ahimè soldi buttati al vento. La poverina aveva un inglese davvero terribile e solo facendo un collage delle cose capite da ogni elemento del gruppo, siamo riusciti a ricostruire la storia della tomba, ma temo di non poter garantire il risultato. Peccato perchè il sito è davvero molto interessante.
Ultima visita della giornata è la Via Sacra, o meglio, un piccolo pezzo di Via Sacra, quello dove sono presenti le statue ad ambi i lati della via. Tutta intera sarebbe lunga ben sette chilometri ma non avevamo assolutamente tempo per percorrerla tutta. Erroneamente pensavo che il driver ci avrebbe lasciati all’inizio della via, che la avremmo percorsa tutta fino alla Dingling Tomb. Mi sbagliavo. Prima si va direttamente alla toma Dingling per una visita di un’ora e poi si percorre il tratto più bello della Via Sacra, il driver vi porterà all’inizio del tratto famoso e vi aspetterà circa 800 metri dopo, all’uscita di questo tratto. I tempi dettati dal driver sono sempre molto stretti, teme ci sia traffico sulla via del ritorno a Pechino e noi non possiamo assolutamente perdere il treno. Se avesse controllato il navigatore Amaps (che usano tutti, lui compreso) prima di partire avrebbe visto che non vi era ombra di code stradali. Morale della favola: ci ha piantato con tutti i bagagli in una via antistante la stazione dei treni e se ne è andato, con ampio anticipo sulla tabella di marcia. "Lesson learned” per il futuro. Ne approfittiamo per mangiare qualcosa prima di prendere il treno al centro commerciale lì vicino. Entriamo in stazione un’ora e mezza prima della partenza e sbrighiamo tutte le formalità del caso; ci vengono sequestrati tutti gli accendini e le bombolette contenenti deodoranti o schiuma da barba.
La stazione di Beijing Qinghe è per soli treni ad alta velocità. Il treno parte puntuale da Pechino e arriva puntuale a Datong. Fuori fa veramente freddo ma per fortuna il driver ci accoglie subito fuori dalla stazione. Il tragitto per l’hotel è breve e ci accorgiamo che Datong, che credevamo essere una piccola cittadina, di fatto conta più di tre milioni di abitanti. L’albergo I Lai Hotel si dimostra essere il più bello del viaggio.
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data |
tappe |
km |
tempi |
6 |
(gio) 24/04/2025 |
Datong -> Yungang Grottoes -> Haning Temple -> Pingyao |
22;100;391 |
45’;1h30’;5h |
Subito dopo colazione carichiamo i bagagli sul pullman e ci dirigiamo in direzione delle Yungang Grottoes. Questa attrazione abbiamo dovuto prenotarla dall’Italia in autonomia tramite attraverso il sito “Trip.com”, una alternativa di “Booking.com”. Non è stata necessaria alcuna prenotazione per le persone “over 60”. Le prenotazioni da “Trip.com” per queste grotte sono disponibili a partire da una settimana prima del giorno che avete programmato per la visita. In fase di prenotazione va inoltre specificato se intendete effettuare la visita di mattina o di pomeriggio.
Avevo sottovalutato la bellezza di questo posto. Subito dopo l’ingresso vi troverete davanti a dei templi abbastanza carini mentre il complesso delle grotte deve essere raggiunto a piedi con una camminata di circa un chilometro.
Mi aspettavo le “classiche” grotte buddhiste con all’interno un’infinità di statuine rappresentanti il Buddha, così come mi è capitato in Birmania a Pindaya oppure a Luang Prabang in Laos. Quanto mi sbagliavo. Non sono grotte naturali, ma sono grotte scavate dal pieno e ogni raffigurazione del Buddha o di altre figure religiose è stata minuziosamente scavata e ricavata dal pieno della montagna. Queste grotte sono state una bellissima sorpresa. Le avremmo apprezzate di più se fossimo stati accompagnati da una guida.
Dopo le grotte ci aspetta un’oretta di pullman per arrivare al ticket office del tempio sospeso.
Per il tempio sospeso si pagano due biglietti a due diverse biglietterie, una vicina all’altra. Alla prima si paga l’ingresso al tempio, alla seconda si paga lo shuttle bus (andata e ritorno) che porta all’ingresso della valle dove si trova il tempio.
Il tragitto con lo shuttle bus è relativamente breve e una volta scesi dovrete percorrere circa cinquecento metri a piedi per raggiungere il vero e proprio ingresso. Ci sono due controlli; superato il primo ci si trova in una grande area e subito a destra c’è l’ingresso vero e proprio che vi porta a dei tornelli proprio alla base del tempio. Nonostante non ci fosse tantissima gente abbiamo aspettato più di un’ora per salire. Il tempio è molto bello ma piccolo e il numero di persone che può accedervi contemporaneamente è contingentato e tenuto sempre sotto controllo. L’accesso al tempio viene fatto a turni di circa trenta o quaranta persone. Finita la visita ci aspettano circa cinque ore di pullman per arrivare a Pingyao. L’accesso al centro storico della città è vietato a macchine, pullman e qualsiasi mezzo a motore. Per questo motivo il pullman ci lascerà ad uno dei gate di accesso al centro storico dove verremo prelevati da delle macchinette elettriche che ci porteranno molto vicini all’ingresso dell’albergo. Arrivare di sera a Pingyao ha il suo fascino, sembra di stare nel set cinematografico di “Lanterne Rosse” (infatti è stato girato proprio in questa città e all’interno di una villa a 40km dal centro). L’Harmony Guest House è una meraviglia, un luogo da sogno.
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data |
tappe |
km |
tempi |
7 |
(ven) 25/04/2025 |
Pingyao -> Xi’an |
10;500;15 |
20’;3h;45’ |
Giornata dedicata alla visita della città vecchia. Dopo aver acquistato il biglietto che comprende la possibilità di visitare diversi luoghi storici, ci siamo diretti al gate nord per salire sulle mura e farci una passeggiata. È possibile, volendo, percorrere tutto il perimetro. Noi siamo scesi al gate sud dove abbiamo visitato il primo tempio della Cina dedicato a Confucio e successivamente il tempio dedicato al Dio della Città; dopodiché ci siamo divisi e ognuno si è preso il suo tempo: chi per fare shopping, chi per mangiare, chi per visitare la prima banca della Cina. Ci siamo ritrovati tutti, o quasi, nel primo pomeriggio per un bel massaggio rilassante. Ci voleva.
Di fatto si tratta della prima giornata “quasi” di relax del viaggio.
All’ora pattuita torniamo in albergo e saliamo a bordo di auto private che ci hanno portato alla stazione dei treni.
Il secondo treno ad alta velocità di porterà fino a Xi’an dove arriviamo puntuali. Usciti dalla stazione dopo l’ennesimo controllo dei passaporti (il controllo del passaporto viene fatto sia all’ingresso della stazione di partenza, sia prima di salire sul treno, sia all’uscita della stazione di arrivo) incontriamo il driver che ci accompagna al pullman. Ci rendiamo conto che anche Xi’an è una città decisamente grande. Alloggiamo presso il bellissimo Shaanxi Aurum International Hotel.
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data |
tappe |
km |
tempi |
8 |
(sab) 26/04/2025 |
Xi’an |
40;47 |
1h;45’ |
Puntualissima arriva “Roberta”, una docente di italiano presso l’università di Xi’an che, nel tempo libero, si diverte ad accompagnare gruppi di italiani nella visita all’Esercito di Terracotta e alla Grande Pagoda dell’Oca Selvatica. Anche lei dotata di auricolari e con una carica vitale decisamente contagiosa ci racconta, durante il tragitto che ci porta dall’Hotel al luogo dove sono ancora attivi gli scavi, dello spaccato di vita dei giovani cinesi ed in particolare di “Peperoncino”, suo figlio: del loro percorso scolastico, la concorrenza spietata per entrare nelle migliori università che poi daranno accesso ad un buon posto di lavoro. Durante la scuola dell’obbligo che dura dodici anni, lo studente cinese ha lezione sei giorni la settimana dalle sette del mattino alle undici di sera. Davvero pazzesco. Inoltre, non sono gli studenti, al termine del loro percorso scolastico, a scegliere in quale prestigiosa università andare, ma sono le università a scegliere gli studenti. La concorrenza è spietata in tutti i settori dello studio, delle arti e degli sport. Roberta parla un ottimo italiano, molto migliore di tanti nostri connazionali. Ha partecipato pure ad un master di lingua italiana presso l’Università di Perugia.
Arriviamo all’ingresso del parco che porta ai capannoni che proteggono questo incredibile capolavoro fatto dall’uomo.
I capannoni sono tre e in sequenza facciamo il capannone uno, il tre e per finire il due.
Roberta ci spiega la storia del primo imperatore della Cina Quin Shi Huang e del perché abbia fatto costruire questo esercito di statue a grandezza naturale, ognuno diverso dall’altro per fattezze, gradi, ruoli. Si stima che ne siano stati costruiti 8.000. La scoperta avvenne solo nel 1974 e al momento gli scavi sono sempre attivi e si stima che per terminarli e ricostruire tutto l’esercito ci vorranno diversi secoli. Non esiste una data precisa per la fine degli scavi e dei restauri dell’Esercito di Terracotta, e molti esperti ritengono che il lavoro potrebbe durare ancora diversi decenni, se non addirittura secoli. La tomba centrale dell’imperatore Qin Shi Huang è ancora sigillata; non è mai stata aperta, per timori legati alla conservazione e alla presenza di trappole (come fiumi di mercurio, descritti negli antichi testi). Gli archeologi aspettano tecnologie meno invasive e più sicure prima di procedere. Il sito è vastissimo e solo una parte dell’intero complesso funerario è stata scavata. Molte fosse restano intatte, e nuove scoperte vengono fatte regolarmente. I restauri sono estremamente lenti e delicati; ogni statua è composta da numerosi pezzi spesso rotti, e il processo di ricomposizione può richiedere mesi o anni per ciascun soldato. Inoltre, i colori originali delle statue si deteriorano rapidamente a contatto con l’aria, rendendo complicata la loro conservazione.
La visita procede in questo modo: Roberta fa le spiegazioni prima di entrare in ogni capannone e ci detta il tempo di ritrovo all’uscita di ognuno. Il motivo è presto detto: all’interno dei capannoni è una continua guerra per accaparrarsi i posti migliori per vedere le statue. Il numero di persone che continua a fluire all’interno dei capannoni è impressionante; tutti spingono, sgomitano, si intrufolano. Anche noi ci dobbiamo adattare e lo facciamo in fretta. Abbiamo dalla nostra il fatto di essere mediamente “più grossi” e zaino-muniti. Non preoccupatevi di rifilare qualche gomitata o qualche spintone, non ci fanno caso, sono abituati. Folla a parte, lo spettacolo della vista di questo esercito è incredibile. Tutti in fila, con le loro espressioni, fanti, cavalieri, soldati semplici, ufficiali, cavalli, arcieri. Che spettacolo! La ressa più grande è nel padiglione numero tre, quello in cui sono conservati all’interno di teche di vetro, i cinque esemplari più belli. Vederli da vicino è ancora più bello in quanto è possibile apprezzare ogni dettaglio.
Qui, la guerra è totale e dovrete sopportare spintoni, urla, gente che vi urta ovunque. Sembra di stare all’interno di un Pogo durante un concerto Trash Metal. Affilate i gomiti e non abbiate paura.
Finita la visita facciamo una sosta per mangiare qualche cosa al volo prima di ripartire per Xi’an, ne approfittiamo anche per andare allo store del museo e comprare qualche souvenir.
La tappa successiva è la Grande Pagoda dell’Oca Selvatica. La visita tutto sommato è breve, la pagoda carina ma abbiamo ancora tutti in mente la grandezza dell’Esercito di Terracotta.
Ultima tappa della giornata è il quartiere musulmano. Roberta ci accompagna all’ingresso del quartiere, ci mostra come orientarci e poi ci lascia.
A questo punto tempo libero per il gruppo che si sparpaglia, l’appuntamento è direttamente l’indomani per la partenza.
Il quartiere è carino, pieno di ristorantini e negozi dove poter acquistare souvenir; inoltre dista circa un chilometro a piedi dal nostro albergo.
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data |
tappe |
km |
tempi |
9 |
(dom) 27/04/2025 |
Xi’an -> Guilin -> Xingping -> Yangshuo |
37;1.043;106;28 |
45;2h30’;1h45’;40’ |
Con pochissime ore di sonno all’attivo ci trasciniamo nella hall dell’albergo dove troviamo il driver ad aspettarci e le box per la colazione che avevo chiesto di preparare.
Il tragitto verso l’aeroporto è silenzioso, dormiamo tutti.
Dopo il solito controllo preventivo all’ingresso del terminal, ci rechiamo al desk della Air Changan ma un disguido con una prenotazione a momenti ci fa perdere l'aereo.
Atterriamo a Guilin alle 6:30 del mattino e come da previsioni meteo diluvia davvero forte. Vengo contattato dalla guida che mi dice di aspettarla direttamente ad una caffetteria all’interno dell’aeroporto, la cosa fa molto piacere a tutti. Il programma prevede di andare col pullman fino a Xingping dove avremo dovuto fare l’escursione in barca sul fiume Yulong. Durante tutto il tragitto in pullman piove a dirotto ma dai finestrini si riescono a scorgere le tipiche formazioni carsiche della zona. Incrociamo le dita sperando che il meteo migliori. Arriviamo a Xingping e incredibilmente smette di piovere. Attraversiamo a piedi il piccolo centro caratteristico e con una camminata di circa un chilometro e mezzo arriviamo al molo da dove partono le piccole imbarcazioni.
In origine erano imbarcazioni di bambù, ora sembrano in bambù ma sono in materiale plastico. Oltre al capitano c’è posto per quattro persone. La piccola barchetta è spinta in avanti da un motore elettrico silenzioso che rende la navigazione molto rilassante. L’aria è fresca dopo il violento acquazzone e le nuvole si diradano scoprendo pian piano il magnifico paesaggio. Sarà stata la stanchezza ma a momenti mi addormentavo. Ahimè il giro finisce troppo presto. Ripercorriamo a piedi il breve tratto di strada che ci conduce al centro di Xingping. Qui ci diamo un’oretta per pranzare e poi proseguire con il pullman fino a Yangshuo. Arriviamo in albergo, prendiamo le stanze e molti di noi ne approfittano per riposare in vista dello spettacolo serale. Ci sarebbe piaciuto che la guida ci parlasse un pochino della storia rappresentata nello spettacolo ma… niente da fare.
Lo spettacolo “Impression Sanjie Liu” è una straordinaria rappresentazione teatrale all'aperto che si svolge lungo il fiume Li. Ideato e diretto dal celebre regista Zhang Yimou lo spettacolo è considerato il più grande teatro naturale del mondo, utilizzando le acque del fiume come palcoscenico e le colline carsiche circostanti come scenografia naturale. La performance si ispira alla leggenda di Liu Sanjie, una figura mitica dell'etnia Zhuang, famosa per la sua voce melodiosa e il suo spirito libero. Lo spettacolo non segue una narrazione lineare, ma presenta una serie di "impressioni" visive e sonore che evocano la vita quotidiana, le tradizioni e le emozioni del popolo locale, creando un'esperienza immersiva che celebra la cultura e la natura della regione. Avevo forse sottovalutato lo spettacolo ma devo riconoscere che è davvero emozionante. Non mi dilungo su quanto visto per non spoilerare troppo ma ci sono stati dei momenti davvero altissimi di forti emozioni. Finito lo spettacolo ci sparpagliamo per cena.
gg |
Data |
tappe |
km |
tempi |
10 |
(lun) 28/04/2025 |
Yangshuo -> Ping’an (Longji) |
15;140;20 |
3h;2h;30’ |
Per la prima volta iniziamo la giornata con calma. Il bike tour inizia alle nove del mattino. Due partecipanti avevano prenotato un tour all’alba per andare a fotografare i pescatori coi cormorani e mi hanno detto che è stato molto molto bello. Hanno prenotato il tour dall’Italia a questo indirizzo: https://www.mercierzeng.com/.
Il giro in bici avviene nelle campagne lungo lo Yulong River, è praticamente tutto in piano e ci si ferma di quando in quando a fare delle piccole soste fotografiche. La giornata è magnifica, fa caldo, sembra un’altra stagione rispetto alla giornata precedente. Abbiamo fatto un giro ad anello della lunghezza di circa quindici chilometri. Il turismo locale ci batte di gran lunga in numero, come sempre del resto. Finiamo il tour verso mezzogiorno fotografando la Moon Hill dal basso in quanto il sentiero per salirvi è chiuso per restauro. Come da programma pranziamo al ristorante di una farm, o meglio, nel ristorante di un piccolo agriturismo cinese dove il cibo è prevalentemente procurato dal piccolo orto di fianco all’edificio. Cibo tipico e sano. Devo dire per niente male.
Prendiamo quindi il pullman e dopo circa due ore siamo alla fermata dove il driver ci attenderà fino al giorno seguente. Lasciamo i bagagli grossi sul pullman e prendiamo gli zainetti con il necessario per una notte che avevamo preparato la sera precedente.
Anche in questo caso ci serviamo di uno shuttle bus elettrico per raggiungere la base del villaggio di Ping’an che si trova a circa un migliaio di metri di quota. Per raggiungere l’hotel dobbiamo farci una scarpinata in salita di un paio di chilometri su strada asfaltata.
Arrivati alla fine della strada saliamo fino all’albergo attraverso un dedalo di piccoli sentieri lastricati in porfido e molti gradini. Devo dire che la location a questo punto è decisamente suggestiva. Così come lo è il nostro albergo: lo Yi Jing Yuan Hotel.
Visto che abbiamo tempo chiediamo a Ketty se possiamo anticipare la passeggiata al pomeriggio. Questo perché: siamo già sudati, il meteo è perfetto, avremmo la possibilità di vedere le risaie al tramonto e, per ultimo, ci eviteremmo la sudata l’indomani potendo fare colazione e partire con calma.
La passeggiata, di circa un paio d’ore, ci porta in un paio di view point sulle terrazze, davvero molto belli. La passeggiata comprendeva anche la possibilità di vedere come le donne facenti parte dell’etnia Yao si acconciano i lunghissimi capelli. Fa parte di quelle “tourist trap” con tanto di vendita di souvenir che, tutto sommato, stavolta, era pure interessante. Le donne Yao si tagliano i capelli solamente una o due volte nella vita. La prima tra i 16 e i 18 anni e la seconda volta prima del matrimonio. I capelli tagliati non vengono buttati ma vengono legati tra loro e diventano parte dell’acconciatura. Terminiamo il giro poco prima del tramonto. Siamo in albergo quando le luci sulle risaie si accendono e lo spettacolo che si vede dalle terrazze delle nostre camere è davvero suggestivo. Prima di cena alcuni partecipanti chiedono a Ketty se fosse possibile fare un altro giretto all’alba, prima di partire.
gg |
data |
tappe |
km |
tempi |
11 |
(mar) 29/04/2025 |
Ping’an (Longji) -> Guilin -> Zhangjiajie |
20;107;600;26 |
30’;2h;7h;45’ |
Prima di colazione un piccolo gruppetto ha fatto un altro giro per le risaie; un giro da circa un’ora.
Lasciamo l’albergo coi nostri zainetti e ripercorriamo la strada asfaltata che ci porta al piazzale dove ci sta aspettando lo shuttle bus. Oggi è giornata dedicata ai trasferimenti. Ci vogliono circa due ore per ritornare a Guilin col pullman. Anche la nostra guida deve prendere il treno, la salutiamo in stazione.
Fuori dalla stazione di Guilin ci sono tantissimi supermercati e ristorantini. Ci attrezziamo per il viaggio verso Zhangjiajie che sarà piuttosto lungo. Fa molto caldo e quindi molti di noi pranzano con frutta fresca e yogurt. Una delle cose che abbiamo molto apprezzato e che lungo la strada si trovano spesso piccoli supermercati o negozietti che vendono frutta fresca già tagliata: angurie, meloni, fragole, uva, mele ecc. Inoltre, va molto lo yogurt da bere; lo si trova in tutti i gusti possibili e immaginabili.
Soliti controlli per l’ingresso in stazione e prendiamo il treno ad alta velocità che parte come sempre puntualissimo.
Anche se è un treno ad alta velocità, questa tratta ha tantissime fermate in quanto è l’unica che porta a Zhangjiajie. Da Guilin si sale verso nord.
Il viaggio dura ben sette ore: c’è chi dorme, chi parla, chi legge e ci si rilassa.
Arriviamo a destinazione verso le dieci di sera. Usciamo dalla stazione ed incontriamo la nostra guida che sarà semplicemente eccezionale. Il suo nome occidentale è Jenny, ha 28 anni e sprizza entusiasmo da tutti i pori.
Nel tragitto che ci porta dalla stazione dei treni all’albergo decidiamo il da farsi per i prossimi due giorni. Non perde tempo, è sul pezzo e capisce immediatamente le dinamiche del gruppo.
Qualcuno del propone di fare il Glass Bridge che non era incluso nel programma. Lei ci pensa, si fa due calcoli, si mette d’accordo col driver e in men che non si dica abbiamo il programma per il giorno dopo con tanto di prenotazione del ponte effettuata.
Arrivati in albergo ci aiuta con il personale della reception per gli orari della colazione. Soddisfatti e con grandi aspettative ce ne andiamo a dormire.
gg |
data |
tappe |
km |
tempi |
12 |
(mer) 30/04/2025 |
Zhangjiajie |
26;28;26 |
30’;30’;30’; |
Colazione alle 6:30 e partenza ore 7:30 per il Glass Bridge. Il Glass Bridge è un ponte strallato che attraversa un profondo canyon e la sua particolarità sta nella pavimentazione che, nella parte centrale, è in vetro trasparente. Arriviamo giusti per l’apertura e siamo tra i primi. Possiamo quindi prenderci il nostro tempo per arrivare all’inizio del ponte, indossare dei calzari con la suola in gomma che vengono forniti all’ingresso e attraversare il ponte che fin dall’inizio mostra la voragine del canyon sottostante. Per chi dovesse soffrire di vertigini è possibile percorrere il ponte sui lati dove non è presente il pavimento in vetro. Le foto si sprecano e nei punti più profondi la vista è impressionante. A metà del ponte, per gli impavidi, è possibile effettuare del Bungee Jumping. Questa parte dei parchi di Zhangjiajie è più un parco giochi che un parco naturale. Dopo il ponte, compresa nel biglietto, è possibile utilizzare una zip line che porta nuovamente dall’altra parte della valle. La zip line sopporta, al massimo, persone di peso non superiore ai 90kg. Per chi fa la zip line il divertimento non è finito. Per raggiungere il fondo valle è possibile usare degli scivoli. Vi viene dato un tappeto e ci si getta giù per lo scivolo come si faceva da bambini. Lo scivolo è molto lungo e in alcuni punti è abbastanza veloce. Molto divertente. Per chi non fa la zip line, invece, è possibile prendere l’ascensore panoramico che scende fino alla base del canyon. Una volta che siamo nuovamente tutti riuniti prendiamo una piccola imbarcazione che naviga il placido torrente per circa cinque minuti. Il ritorno lo si fa a piedi lungo una passerella a sbalzo sull’acqua. Si prende l’ascensore panoramico e una volta in cima si ripercorre il ponte in senso inverso. A quest’ora è pieno di gente.
Jenny è una maga nella gestione del gruppo e delle tempistiche.
Prendiamo il nostro pullman e ci dirigiamo al parco di Wulingyuan dove arriviamo per mezzogiorno. Il parco è famoso perché le sue montagne hanno ispirato le ambientazioni del film Avatar.
Al Wulingyuan, volendo, ci si potrebbe stare giorni: è pieno di percorsi e di sentieri di ogni tipo e di lunghezza. Anche in questo caso Jenny si rivela indispensabile per vedere gli “highlights” del parco che non sono uno vicino all’altro ma bisogna prendere diversi shuttle bus per visitare i posti più belli.
Il parco è bellissimo e le sue montagne sono una favola e lo dice uno che è nato e vissuto in mezzo alle dolomiti altoatesine.
Il parco è adatto anche per coloro che soffrono di vertigini potendo tranquillamente evitare le terrazze che si affacciano sulle voragini de parco. Facciamo tutto con calma e con i giusti tempi fermandoci anche a mangiare in una zona del parco adibita a street-food di tutti i tipi e dove ho mangiato i migliori ravioli alla piastra del viaggio. C’è molta gente ma il parco è enorme e quindi il flusso di persone si diluisce e non crea mai alcun tipo di coda.
Il tempo scorre veloce, il meteo è splendido, la temperatura è perfetta per camminare e il susseguirsi dei panorami ci toglie il fiato. Il gruppo è col morale alle stelle e tutti sono contentissimi della scelta fatta: avevamo bisogno di natura.
Usciamo dal parco all’ora di chiusura, siamo puntualissimi, abbiamo visto tutto quello che dovevamo vedere e ora siamo affamati. Chiediamo a Jenny se può prenotarci un ristorante “non turistico” e la invitiamo a cena. Mangeremo anche la famosa “Salamandra Gigante”.
Finiamo la serata in un pub con musica dal vivo vicino all’albergo giocando ad un gioco di dadi insegnatoci dalla guida.
gg |
data |
tappe |
km |
tempi |
13 |
(gio) 01/05/2025 |
Zhangjiajie -> Shanghai |
5;35;1.117 |
10’;1h;1h35’ |
Visto che ci piace partire presto per guadagnare tempo, per la giornata di oggi è stato possibile inserire anche la visita al lago Baofeng. Il lago è artificiale ma sulla superfice si specchiano le formazioni rocciose tipiche della zona. L’escursione in barca è molto turistica ma rilassante e divertente; dura poco meno di un’ora. Essendo il primo maggio ci aspetta sicuramente coda per prendere la cabinovia del parco di Tianmenshan, ma questo non compromette una veloce visita nel posto dove le salamandre giganti vengono allevate.
Jenny aveva previsto un’ora di coda ai tornelli e un’ora esatta di coda abbiamo fatto.
Questo parco, a differenza di quello di Wulingyuan è sconsigliato a chi soffre di vertigini. Il parco si trova praticamente su un altopiano delimitato da pareti a strapiombo sulle valli sottostanti e la particolarità sta nel sentiero che percorre tutto il perimetro dell’altipiano e che è “completamente a sbalzo su una voragine di circa mille metri”. Non c’è nulla di pericoloso ma per chi soffre di vertigini potrebbe non essere affrontabile. Alcuni tratti del sentiero sono inoltre fatti di vetro con una vista sul vuoto sotto ai nostri piedi. Davvero emozionante oltre al panorama bellissimo che vediamo oltre la ringhiera furbamente camuffata da steccato in legno.
Il parco è famoso anche per altre particolarità: la Heaven’s Gate, un foro enorme sulla montagna la cui base è raggiungibile attraverso una ripida scalinata di 999 gradini (usata come pista per le bici da Downhill in qualche gara sponsorizzata dalla RedBull). Attraverso questo foro è possibile vedere quelli che si lanciano con le tute alari e che lo attraversano planando a velocità da brivido sfiorando poi la strada sottostante. Altra caratteristica è un ponte strallato che attraversa una parte della valle. Ultima caratteristica è la cabinovia, forse quella con singolo dislivello maggiore al mondo, che attraversa una valle profondissima dove al centro si snoda una strada panoramica dai mille tornanti. Davvero suggestivo.
L'impatto e la sensazione di vuoto che si ha attraversando questa valle a bordo della cabinovia sono potenti, anche per chi è abituato a salirci in inverno sulle piste da sci, tanto che a qualche partecipante sono tremate le gambe. Il giro proposto da Jenny è stato furbissimo. Abbiamo preso la cabinovia più alta e, una volta arrivati in cima, abbiamo percorso il sentiero a sbalzo in senso antiorario. A metà strada ci siamo fermati a pranzare. Abbiamo continuato il percorso arrivando sopra la Heaven’s Gate. Siamo arrivati alla base della Heaven’s Gate usando sette rampe ripidissime di scale mobili in discesa. A questo punto abbiamo percorso la gradinata fino alla fine: davvero provante per i quadricipiti.
Tempo di bere una cosina al volo e scendiamo con una seconda cabinovia fino ad un altro parcheggio dove il pullman ci sta aspettando. Nel frattempo, il volo che ci porta a Shanghai è stato posticipato di tre ore, abbiamo quindi tempo di cenare ad un ottimo ristorante che fa anche una buona cucina italiana.
È tempo di lasciare questo posto meraviglioso e con grande commozione salutiamo Genny.
Stavolta tutto ok in aeroporto, nessun errore.
Il volo decolla puntuale alle 23:25.
gg |
data |
tappe |
km |
tempi |
14 |
(ven) 02/05/2025 |
Shanghai |
40; circa 20km a piedi |
1h; tutto il resto della giornata |
Sono le 01:35 quando atterriamo a Shanghai. Tempo di recuperare i bagagli e usciamo dall’aeroporto. Fa freschino, a Zhangjiajie faceva più caldo. Il driver del furgone che trasporta i bagagli ci sta già aspettando. Purtroppo, però il driver del pullmino che deve caricare noi è in ritardo di più di mezzora. Sono le due e mezzo del mattino quando si presenta finalmente il nostro pullmino. Caricati i bagagli sul furgone e noi sul pullmino ci dirigiamo nel cuore della gigantesca metropoli. Dopo circa un’ora arriviamo in albergo dove ci aspetta una brutta sorpresa. Ci sono altri tre gruppi di avventure davanti a noi e tutti devono fare il check-in. Il personale alla reception non è sufficiente (sono solo in due) e devono fotocopiare ogni passaporto prima di consegnare le chiavi. Sono le tre e mezza del mattino quando uno del nostro gruppo mi fa notare che non siamo nell’albergo giusto; infatti, mi sembrava meno bello rispetto a quello che avevo visto su internet. Riusciamo fortunatamente a ricontattare i drivers che nel frattempo se ne erano andati. Grande prova di spirito di gruppo: la abbiamo presa sul riedere e le battute si sono sprecate. Con altri gruppi sarebbe successo un macello (lo dico ahimè per esperienza). Morale della favola: arriviamo in albergo alle 4:30 del mattino, un albergo molto migliore di quello in cui ci avevano lasciato. Il Lee Gardens Hotel è davvero molto bello. Check-in istantaneo per una dormita di meno di due ore.
Alle 7:30 eravamo tutti nella hall in attesa di Marco, la nostra guida.
Ci rechiamo subito alla Shanghai Tower per la visita all’osservatorio che dura circa una mezzora, da sopra si può ammirare la dimensione della metropoli.
Una volta scesi siamo andati a visitare lo Yuyuan Garden e il City God Temple ma la folla era davvero tanta, Marco ha provato a spiegarci qualcosa dentro il giardino ma era impossibile sentirlo. La visita è durata pochissimo in quanto eravamo fagocitati dal fiume in piena di turisti. Ormai è ora di pranzo e ci dividiamo per mangiare. Alcuni vogliono andare al “fake market” e li ritroveremo direttamente dopo il tramonto all’imbarco per la crociera serale sul fiume.
Alcuni, me compreso, avevano voglia di pizza e quindi Marco ci ha portato in una pizzeria che a lui piace tantissimo e che ci consiglia, solo arrivati a destinazione scopriamo essere “Domino’s Pizza”. Vabbè, mi sono detto, so già di cosa si tratta, l’ho già mangiata, cosa potrà mai andare storto?
Ordiniamo due pizze: una al salamino piccante (la classica Pepperoni) e una con funghi, cipolle e qualche altro ingrediente. Arrivano le nostre pizze e mi accorgo che il cornicione è strano, è bicolore. L’impasto è per metà chiaro e per metà scuro. Prendo una fetta e mi accorgo che dal cornicione esce quello che sembra “formaggio fuso”, ho pensato fosse una specie di cheddar. Quanto mi sbagliavo. Addento la parte centrale che non è poi così schifosa, da una pizza di Domino’s cosa potevo mai aspettarmi? Il problema è quando addento il cornicione. Non è formaggio fuso quello che esce ma crema pasticcera ed il cornicione è dolce fatto per metà con un impasto alla vaniglia e per l’altra metà da un impasto al cacao. Penso sia stato il cibo peggiore che ho mangiato in questo viaggio. A ripensarci, se le due cose fossero state separate sarebbero state “commestibili”, ma unire pizza con crema pasticcera… un’esperienza che non vorrei riprovare.
Ci trasferiamo sul Bund per la classica passeggiata lungo il fiume. La folla sulla passeggiata è oceanica, un fiume in piena scorre parallelo al fiume Hangpu. Proviamo, non senza qualche difficoltà, ad unirci al flusso di persone per un breve tratto prima di arrivare alla confluenza con Nanjing Road. Nonostante il numero infinito di persone che si sposta sul Bund è possibile vedere senza problemi il famoso skyline di Shanghai e non vediamo l’ora di fare la navigazione sul fiume. Tutto sommato ci si muove anche abbastanza bene, la passeggiata è molto larga.
Arrivati all’altezza di Nanjing Road quello che vediamo fa paura. La folla che dalla famosa via dello shopping si dirige verso il Bund è impressionante. Sono stato a concerti con più di centomila persone, ma una cosa del genere non la avevo mai vista. Cinquecentomila persone, si, non sto scherzando, cinqucentomila persone stanno percorrendo la Nanjing Road in direzione del Bund per poi trovarsi un posticino e aspettare che cali il sole per vedere le luci della città accendersi. Per contenere un tale flusso di persone viene ingaggiato l’esercito. Nanjing Road viene divisa longitudinalmente da un cordone di soldati che fa in modo che la gente a piedi non possa andare “contromano”. Anni fa, durante questo periodo, ci sono stati dei morti a causa della calca.
Non solo, la strada è comunque attraversata perpendicolarmente da altre arterie aperte al traffico per cui si assiste a quello che abbiamo scherzosamente definito “semaforo umano”. Una batteria di circa trenta soldati scandisce alternativamente il passaggio dei pedoni lungo la Nanjing Road e il traffico perpendicolare alla stessa. Ad intervalli regolari si assiste ad una sorta di “cambio della guardia” con i soldati che, a passo di marcia, bloccano il flusso dei pedoni formando una barriera umana consentendo alle macchine in attesa di passare; la cosa si ripete qualche minuto dopo in modo inverso. Fortunatamente noi dobbiamo andare in senso opposto alla grande massa e quindi la strada è un pochino più libera. Ci prendiamo una mezzora per una “sosta idraulica”. Mi raccomando, se capitate anche voi in questo carnaio, non commettete l’errore di gironzolare per i negozi allontanandovi troppo: non vi è più consentito tornare indietro contromano e l’unico modo è seguire la massa fino al varco successivo per fare inversione ad U. Io ho commesso questo errore e ho passato la mia mezzora di pausa per tornare al punto di ritrovo.
La fermata della metro che avremmo dovuto prendere per andare al molo dove gli altri già ci stavano aspettando, è chiusa a causa della folla. Dobbiamo quindi andare alla fermata successiva che sta a 600 metri lungo la Nanjing Road. Dobbiamo correre in mezzo al casino perché siamo in ritardo. Raggiungiamo la fermata successiva zigzagando tra la folla e sinceramente non so come abbiamo fatto a non perderci.
Arriviamo al molo giusti in tempo per salire a bordo. Più che una barca si tratta di una piccola nave dove un quantitativo pazzesco di persone sale a bordo. Pensavamo che sarebbe stato un delirio invece arriviamo sul ponte superiore dove l’accesso richiede il pagamento di un extra. Visto che non c’era nessuno temevamo una cifra folle: meno del corrispettivo di 4€ a testa con tanto di bevande illimitate comprese e biscotti. Paghiamo ed entriamo sospettosi: “Dove sta la fregatura?”. Nessuna fregatura. Ai cinesi evidentemente queste cose non interessano e siamo praticamente gli unici a goderci lo spettacolo dello skyline notturno, seduti in relax, bevendo coca-cola, succhi di frutta ecc. Sapendo che la sera avrebbe fatto più freddino eravamo tutti preparati e abbiamo indossato il guscio che ci è servito per ripararci dal vento. Lo spettacolo dello skyline di Shanghai è notevole, probabilmente lo skyline cittadino più bello del mondo, New York può solo accompagnare.
La gita in barca dura poco più di un’ora e il percorso è di andata e ritorno. Ne vale assolutamente la pena, penso la cosa più bella vista a Shanghai.
gg |
data |
tappe |
km |
tempi |
15 |
(sab) 03/05/2025 |
Shanghai -> Chengdu |
40;1.663 |
1h; 3h10’ |
Ultima mezza giornata in giro per Shanghai. Il programma prevedeva la visita al tempio del Buddha di giada e un giro per il quartiere francese. Riusciamo a fare solo il tempio che, tutto sommato, è molto carino e non c’è nemmeno troppa gente.
Rientriamo in albergo e facciamo anche in tempo a farci una doccia velocissima prima di prepararci per il lungo viaggio di ritorno.
Saliamo sul pullman, attivo il navigatore e mi accorgo che non c’è ombra di traffico.
Arriviamo puntuali in aeroporto e come prima cosa facciamo il drop-off del bagaglio che però dovremo reimbarcare anche a Chengdu, che palle. Io fortunatamente ero solo con bagaglio a mano.
Prima di passare i controlli di sicurezza c’è chi, come me, va al Money Change per cambiare i troppi RMB avanzati in euro.
Decollo e atterraggio puntuali.
Ritiriamo i bagagli a Chengdu, cambiamo terminal, reimbarchiamo i bagagli e attendiamo il volo per Roma che decolla con qualche minuto di ritardo.
gg |
data |
tappe |
km |
tempi |
16 |
(dom) 04/05/2025 |
Chengdu -> Roma |
8.004 |
11h35’ |
Atterriamo a Roma verso le 7:30 del mattino e al ritiro bagagli ci salutiamo con la promessa di rivederci presto, magari in qualche altro viaggio. Devo dire che il viaggio é stato davvero sopra le aspettative e che questo è stato uno dei migliori gruppi mai coordinati.