Cuba 2017/2018
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Fidel entre nosotros
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"Ciao madre, io parto!"
"E dove vai stavolta figlio?"
"A Cuba madre!"
"A Cuba? E cosa vai a vedere di bello a Cuba figlio?"
"I comunisti madre!"
"I comunisti? Ma non è pericoloso? Non è che potresti portarci anche papà? "
"No madre, non è pericoloso e poi non vado a vedere i comunisti, mi sono spiegato male, vado a vedere il retaggio di un Paese che vive sotto una dittatura socialista."
"Non ho capito, ma stai attento a non infilarti in qualche guaio!"
Non è proprio andata così, ma mi immagino che da qualche parte, magari in una famiglia di Redwood, Texas, un discorso di questo tipo non sia tanto lontano dall'essere probabile.
"Erano aaaanni.... cos'erano? Aaaanni..." (cit.)
Erano anni che volevo visitare Cuba e soprattutto volevo farlo prima che venisse tolto l'embargo da parte degli Stati Uniti d'America.
La ripresa dei rapporti diplomatici tra Cuba e Stati Uniti è iniziata nel 2009 grazie ai due presidenti Obama e Raul Castro; nel 2014 molte compagnie aeree Low Cost statunitensi aprivano le tratte verso L'Havana. Poi con l'arrivo alla presidenza di Donald Trump, i rapporti tra i due Paesi sono tornati pressapoco quelli del periodo della rivoluzione cubana di Castro del 1953.
E questo mi sembra proprio "prima che sia troppo tardi".
La mia curiosità nei confronti della grande isola caraibica si è fatta più grande dopo aver visitato alcuni paesi dell'America latina: Guatemala, Honduras, Belize e Perù. Penso di poter dire che in tutti questi Paesi non è che se la passino proprio alla grande; anche se ad essere sincero, la maggior parte dei luoghi che ho visitato sono ben lontani dal passarsela alla grande; quantomeno usando l'Italia come valore di confronto. In alcuni se la passano, semplicemente, in altri direi che non vivono proprio bene.
Vediamo allora come vivono in un Paese governato da una dittatura socialista del tutto particolare; ma soprattutto ero curioso di vederne il retaggio.
Ma prima... un pò di storia, cercherò di essere il più breve possibile (come se fosse facile in questo caso).
È il 10 marzo 1952 quando Fulgencio Batista, tramite un colpo di stato, salì al potere a Cuba destituendo l'allora presidente eletto. Gli USA riconobbero immediatamente il nuovo governo. Gli investimenti degli USA a Cuba si fecero notare subito e portarono sull'isola una ricchezza mai vista prima. In quel periodo, a Cuba, i grandi proprietari terrieri erano americani, così come lo era la compagnia elettrica, le ferrovie, la compagnia telefonica. Cuba non era piú dei cubani, da tempo ormai. La crisi economica degli anni 50, la corruzione di Batista e i rapporti che il dittatore intratteneva con la mafia fecero crescere l'opposizione al regime, soprattutto negli strati più poveri della popolazione e nei pensatori marxisti della classe media.
Tra gli oppositori vi era Fidel Castro, un giovane avvocato proveniente da una famiglia agiata.
Fidel fu colui che decise di armare l'opposizione nei confronti di Batista e lo fece con l'assalto alla Caserma Moncada, una base militare di Santiago de Cuba, il 26 luglio del 1953.
L'assalto fallì miseramente e la maggioranza dei ribelli fu catturata o uccisa. Tra i sopravvissuti in grado di mettersi in salvo ci furono Fidel e Raul Castro che furono tuttavia catturati una settimana dopo. La guardia che li catturò però non li consegnò all'esercito di Batista che altrimenti li avrebbe uccisi; li consegnò alla polizia. Vennero arrestati e successivamente subirono un processo.
L'autodifesa di Fidel Castro al processo è famosa per la storica frase che pronunciò: "La storia mi assolverà!".
Venne condannato a 15 anni di reclusione.
In prigione, insieme a 25 compagni, cambiò il nome del "Movimento" in "Movimento del 26 luglio" (M-26-7). Alle elezioni del 1955 si candidò solo Batista e questa scelta non ottenne molti consensi in quanto considerate dal popolo come fraudolenta. Batista permise quindi all'opposizione di esprimere la propria opinione, la quale chiese l'amnistia per Castro e i suoi compagni. Convinto che Castro non fosse più una minaccia, Batista accondiscese e concesse l'amnistia sperando che la cosa fosse una buona pubblicità per il governo.
Tutto questo non bastò a spegnere i focolai rivoluzionari che aumentavano in forza e in numero. Il governo di Batista represse le manifestazioni con le armi, Castro quindi lasciò Cuba insieme a suo fratello in quanto, a suo dire: "Gli erano state chiuse tutte le porte per una rivoluzione pacifica".
In Messico strinse amicizia con Ernesto Guevara, detto "Che", un medico argentino sostenitore della guerriglia e della rivoluzione Cubana. Rientrarono a Cuba insieme ad un'ottantina di guerriglieri addestrati a bordo della famosa barca "Granma" (perfettamente conservata al museo della rivoluzione a L'Havana).
Appena sbarcati vennero subito attaccati e Castro, insieme a suo fratello e al Che, si rifugiò sulle montagne della Sierra Maestra da dove diresse successivamente molte operazioni.
Circa 10.000 soldati dell'esercito di Batista asserragliava Castro e 300 dei suoi sulle montagne ma vennero pian piano respinti grazie all'aiuto dei contadini della zona che presero le parti del rivoluzionario. Contestualmente molti soldati di Batista disertarono e anche loro si unirono a Castro.
Man mano che i rivoluzionari si spingevano ad oriente acquisivano nuovi rinforzi potendo spingersi anche verso il centro dell'isola: a Santa Clara; dividendo di fatto Cuba in due.
Fu proprio a Santa Clara che avvenne la svolta che permise a Castro di vincere sull'esercito di Batista mettendo così fine al suo governo corrotto e alla rivoluzione.
Il Che insieme a Camillo Cienfuegos era proprio a Santa Clara quando Batista decise di inviare un treno blindato per rifornire di armi e uomini l'esercito stanziato a Santiago. Il Che, usando una ruspa (Salvini può solo accompagnare), sollevò i binari facendo deragliare il treno. L'esercito ad oriente non aveva scampo, Batista capì che avrebbe perso la guerra venendo anche a conoscenza di un complotto ordito dagli Stati Uniti atto a far deporre il dittatore. Fuggì a Santo Domingo con 300 Milioni di Dollari statunitensi che era buona parte della ricchezza di Cuba.
Al posto di Batista successe Carlos Piedra fortemente sostenuti dagli americani. Questa cosa a Castro non piacque e rese noto che secondo lui, il presidente sarebbe dovuto essere Manuel Urrita Lleó, un moderato.
Urrita venne proclamato Presidente provvisorio nel 1959 e Castro si autoproclamò "Rappresentante delle Forze Armate ribelli della Presidenza". Successivamente si nominò Presidente dell'Istituto Nazionale della Riforma Agraria, riforma che firmò e che in pratica riduceva sensibilmente la superficie di terreno che una sola persona poteva possedere. Le grandi aziende vennero espropriate e le terre ridistribuite a circa 200.000 contadini. Poi passò alle industrie e la sua visione Marxista di Cuba divenne realtà nel giro di poco tempo.
Di fatto il suo regime divenne popolare tra i lavoratori e si consolidò grazie al supporto Sovietico in piena guerra fredda che portò gli Stati Uniti ad imporre un embargo che è tutt'oggi presente.
Altre vicissitudini coinvolsero Castro durante il suo governo soprattutto durante i periodi più critici della guerra fredda con la vittoria alla Baia dei Porci, la crisi dei missili e il triste inizio del "Período especial" iniziato dopo la caduta del muro di Berlino e il fallimento dell'Unione Sovietica. Periodo che durò fino a metà anni '90 e terminò solo grazie agli investimenti nel turismo.
Castro morì, dopo una lunga malattia, il 25 novembre 2016, esattamente 60 anni dopo il salpamento del Granma.
Ero curioso di vedere come si vive oggi a Cuba, cosa è rimasto di quel periodo, cosa pensa la gente ora che Fidel è morto. Per farlo ovviamente non basta visitare le grandi città o, peggio, andare al mare nei grandi resort di Cayo Coco; bisogna vedere Cuba nella parte rurale, dove si coltiva il tabacco e la canna da zucchero, dove è ancora presente lo spirito rivoluzionario, dalle piccole cittadine coloniali alle montagne della Sierra Maestra dove il leader rivoluzionario si rifugiò aiutato dai contadini. Se poi, alla fine del viaggio vogliamo rilassarci anche al mare... perchè no?
Ecco allora che il 25 dicembre del 2017 la nostra piccola carovana composta da 16 persone parte per un viaggio itinerante che va da L'Havana a Vignales, Trinidad, Camagüey, Bayamo, Santiago, Guardalavaca, Cayo Coco, Santa Clara e terminare nuovamente a L'Havana