Islanda 2018

La terra dei ghiacci

iceland flag

camera

 

 

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Fuoco e ghiaccio

Uno dei viaggi a che ho sempre desiderato fare ha come meta l'Islanda. Dopo aver coronato il mio sogno Namibia volevo visitare questo Paese che in molti, che già erano stati in entrambi i luoghi, mi avevano consigliato.

"Fidati!" diceva il mio amico Mirko, anche lui come me coordinatore di Viaggi Avventure Nel Mondo (clicca), "L'Islanda, dal punto di vista paesaggistico, è pure meglio!".

Sinceramente non credevo che la cosa fosse possibile, la Namibia è sempre rimasta al primo posto della mia personale classfica; non parlo solo dal punto di vista paesaggistico, ma anche e soprattutto dal punto di visa dello svolgimento del viaggio: un self drive tour percorendo migliaia di chilometri di strade sterrate attraversando paesaggi meravigliosi e dormendo nella maggiolina sistemata sul tetto del fuoristrada.

Ho voluto organizzare il viaggio in Islanda con la stessa formula, solo che al posto di dormire in tenda mi sarei affidato ai vari ostelli e b&b lungo il tragitto.

Questa volta ad accompagnarmi nel viaggio c'è una mia carissima amica, Laura, che conosco dal lontano 1996, quando entrambi studiavamo a Bologna: lei medicina ed io ingegneria. Abbiamo pianificato il viaggio ad inizio 2018 prenotando prima i voli e poi tutto i resto.

Il viaggio è stato pianificato per l'ultima settimana di agosto e la prima di settembre; i motivi che di questa decisione sono stati diversi: possibilità di visitare le highlands, costi, evitare l'affollamento di turisti, l'opportunità anche se remota di vedere l'aurora.

La principale via di comunicazione stradale in Islanda è quella chiamata N1, la ring road, un anello che percorre tutta l'isola rimanendo sempre vicino alla costa. Questa strada è aperta tutto l'anno ed è asfaltata, inoltre permette di raggiungere molte delle principali attrattive.

icelandN1

La N1 è ben visibile in questa cartina

Cosa invece molto diversa è addentrarsi al centro dell'isola, nelle highlands, usando le strade denominate come F, non asfaltate e non percorribili da fine settembre ad inizio maggio a causa delle abbondanti nevicate che le ricoprono.

L'altissima stagione col maggior flusso turistico va dall'ultima di giugno alla terza di agosto e i prezzi ovviamente sono più alti. L'Islanda, si sa, è una delle mete più care che ci siano in Europa e in alta stagione i prezzi sono stellari. Soprattutto il costo del noleggio di una vettura raddoppia, quasi, nel periodo estivo.

Inoltre ad inizio settembre ci sono remote possibilità di vedere le aurore boreali.

Il desiderio era quello di visitare anche le highlands, in particolar modo Askja, Landmannalaugar e Kerlingarfjöll. Per farlo è necessario percorrere alcune strade F, sterrate, non accessibili alle vetture a due ruote motrici. È stato necessario quindi noleggiare un 4x4. Le strade F possono presentare diverse caratteristiche: piene di buche, corrugate, fangose, sabbiose, tratti su rocce laviche e ovviamente la frequente possibilità di essere attraversate da corsi d'acqua che costringono a guadi più o meno importanti.

Innanzitutto è importante la scelta dell'autonoleggio. Gli autonoleggi in Islanda (così come ovunque) si dividono in tre fasce: i top internazionali che offrono un servizio sicuro e affidabile a costi molto elevati, quelli buoni locali riconosciuti come validi a prezzi tutto sommato affrontabili, quelli di fascia economica che spesso nascondono parecchie insidie. Eliminando a priori quelli economici la scelta era tra spendere una follia con Hertz oppure sperare di non essere tra i clienti insoddisfatti di Blue Car Rental però risparmiando una cifra consistente. Cosa intendo con "sperare di non essere tra i clienti insoddisfatti"? Cercando in rete mi è capitato di leggere alcune recensioni terribili riguardo a "Blue Car Rental" e ai suoi affiliati come "Cars Iceland". Complice la disattenzione dovuta alla stanchezza del volo, la voglia di mettersi in marcia il più velocemente possibile e la fretta "imposta" dal noleggiatore durante il controllo della vettura in cerca di danni presenti; alcuni si sono visti accreditare costi notevoli sulla carta di credito una volta riconsegnata la vettura. Sembra che su molte auto la targa sia fissata molto male appositamente; durante il tragitto la targa si stacca e il costo per rifarla che viene addebitato al cliente è spropositato in relazione al costo reale. Noleggiare una Suzuki Jimny per le due settimane di permanenza veniva a costare 1.600€ con Blue Car Rental e 2.300€ con Hertz. Di base, entrambe le formule di noleggio non comprendevano varie opzioni che assolutamente andavano poi incluse.

In particolar modo la formula scelta comprendeva:

  • Franchigia massima di circa 2.500€ per assicurazione kasko (CDW)
  • Franchigia massima per danni dovuti a collisione pari a 870€ (SCDW)
  • Franchigia pari a 110€ per danni dovuti alla rottura di cristalli causati da pietre scagliate dal vento o da vetture di passaggio, oppure per danni al fondo della vettura causati dallo sterrato  (GP)
  • Copertura completa per danni da furto (TP)
  • Franchigia per danni dovuti a sabbia e cenere abbassata a 655€ (SAAP)
  • Chilometraggio illimitato
  • Conducente aggiuntivo
  • Possibilità di annullare la prenotazione fino a 24 ore prima della data pattuita per il ritiro (perdendo ovviamente la caparra di 300€)

Stessa macchina, stesse condizioni, stesso periodo (14 giorni di noleggio); con Blue Car Rental avremmo risparmiato 700€, 350€ a testa, non pochi.

Perchè una Suzuki Jimny? Per affrontare alcune strade F è consigliato l'uso di un 4x4 vero: con la possibilità di bloccare almeno il differenziale centrale, la presenze delle ridotte e un angolo di attacco decente per affrontare alcuni ostacoli. La piccola Jimny era l'unica ad avere queste caratteristiche ad un costo per noi affrontabile. Per passare ad una Toyota Land Cruiser il costo lievitava a 2.900€ con Blue Car Rental e ad oltre 3.500€ con Hertz. Come potete vedere i costi di noleggo in Islanda, nel periodo estivo, sono folli.

L'alternativa economica alla Jimny è la Dacia Duster 4x4, più grande, più comoda, consuma di meno ma senza le caratteristiche appena descritte per avere un minimo di sicurezza per affrontare un guado ad esempio.

La Dacia Duster è anche la vettura che viene descritta come "similar" nelle condizioni contrattuali, ovvero: se quando arrivi non c'è una Jimny disponibile ti becchi una Duster. Vabbeh, dico io, la prenoto a febbraio, vuoi che non mi tengano una Jimny per fine agosto? Esatto!!! Ci siamo cuccati la Duster 4x4, con un bel po' di incazzatura da parte mia ma alla fine ha detto bene riuscendo ad andare in tutti i luoghi che era previsto visitare.

Ma torniamo all'organizzazione del viaggio che consisteva a questo punto di prenotare tutti i pernottamenti, per lo più in ostelli o b&b.

La difficoltà nel trovare da dormire in Islanda in periodo "quasi" di altissima stagione non è da sottovalutare, anche se si è in meno di 4 persone. Spesso le strutture ricettive vicino alle attrazioni sono poche e si riempiono velocemente nel periodo di alta stagione per cui è fondamentale prenotare tutto con largo anticipo evitando di dover macinare svariati chilometri inutilmente per non aver trovato una sistemazione che si trova "lungo il tragitto". Consiglio quindi di prenotare entro fine marzo; chi primo arriva, meglio alloggia.

Le prenotazioni sono stae fatte quasi tutte con Booking (clicca) e Air bnb (clicca) tranne il rifugio di Dreki ad Askja che è stato prenotato direttamente via mail.

Ultime cose da prenotare erano un paio di escursioni: in barca per vedere le balene ad Húsavík e con un mezzo anfibio per vedere gli icebergs a Jökulsárlón.

Visti i prezzi folli per qualsiasi cosa si è optato per portarci gran parte del cibo da casa (pasta, sughi pronti, riso ecc.) e fare la spesa nei vari discount presenti sul territorio, il porcellino rosa salvadanaio dei discount Bónus sarà l'unico posto dove troveremo pane, formaggio ed affettati a prezzi allineati a quelli italiani.

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Voli, auto, pernottamenti ed escursioni prenotate; non resta che organizzare un itinerario con le distanze e le tempistiche.

Oltre a google maps mi è venuta in soccorso l'app Maps.me (clicca). Questa app permette la navigazione con le mappe offline e la possibilità di crearsi una repository di POI (point of interest) e di condividerli.

Altre app specifiche che ho usato sono state: "Vedur" (clicca) per il meto islandese (molto preciso), "Vegagerdin" (clicca) per la situazione strade, "112 Iceland" (clicca) in caso di bisogno di soccorso, "My Aurora Forecast" (clicca) il cui nome è abbastanza eloquente.

Non poteva mancare all'appello la guida Lonely Planet Islanda (clicca) e una "cartina stradale dettagliata" (clicca).

Bene, tutto è pronto e prenotato, ora non resta che aspettare un lungo periodo prima di partire anche se comunque, a luglio, mi concederò un'altra pausa lavorativa con destinazione Ladakh (clicca).

L'attesa è stata abbastanza lunga ma finalmente il 24 agosto è arrivato e quindi si parte.

Di seguito la mappa dettagliata dell' itinerario.

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