Uganda Tanzania 2024

Uganda e Tanzania

Uganda flag  Tanzania Flag

camera

 

 

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Il regno degli animali

 

Quando parlavo dei safari fatti in Nambia, Botswana e Zimbabwe con chi era stato anche nel Serengeti ne uscivo sempre con: "Bello si, ma come il Serengeti non ce n'è!".

Da tantissimo tempo avrei voluto fare un viaggio Tanzania proprio per andare sia nel Serengeti che nel parco di Ngorongoro.

A questo si aggiunge anche il desiderio di un viaggio in Uganda per vedere i gorilla di montagna. Che fare quindi? Uganda o Tanzania?

La soluzione del problema la trova, come sempre, Emily, la mia compagna: "Che ne dici di questo viaggio di Avventure?". E mi mostra la scheda del viaggio "Uganda Tanzania" di cui ignoravo bellamente l'esistenza.

Bingo! Due piccioni con una fava, che spettacolo.

Lo propongo ad altri partecipanti con cui ho legato in altri viaggi, alcuni dei quali mi sembrano entusiasti e, una volta trovate le date di partenza, si forma un primo gruppo e finalmente, ad aprile, diventa ufficiale: si parte il primo agosto!

gg

data

tappe

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tempi

1

(gio) 01/08/2024

Milano Malpensa/Roma Fiumicino -> Doha

4.425/4.039

5h45’/5h25’

 

Ritrovo del gruppo a Malpensa direttamente al desk di Qatar Airways; avendo fatto tutti il check-in online possiamo fare la coda veloce per il drop-off dei bagagli. Al banco però ho dovuto mostrare l’itinerario giorno per giorno in quanto hanno avuto difficoltà con il visto dell’Uganda. Sembra non sia previsto entrare in Uganda con aereo ed uscire a piedi. Nessun problema dopo aver mostrato la copia dell’itinerario. I due partecipanti che invece partivano da Roma non hanno avuto questo imprevisto.

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km

tempi

2

(ven) 02/08/2024

Doha -> Entebbe -> Kampala

3.467;38

5h40’;1h

Arrivati a Doha il gruppo si riunisce ed insieme prendiamo il volo che parte puntuale per Entebbe.

Arrivati a destinazione per le 15:45 la fila per l’immigrazione non è lunghissima, oltre al visto sul passaporto cii viene consegnato un tagliandino con un semplice timbro che certifica il nostro ingresso in Uganda, sembra sia per la febbre gialla.

Ci mettiamo un pochino di tempo al ritiro bagagli e, prima di uscire dall’aeroporto, c’è chi compra una SIM locale.

Usciti dall’aeroporto ci sono le due Jeep ad attenderci con i due drivers: Alex e Zed.

Andiamo ad un ufficio di cambio e facciamo il primo versamento in valuta locale in cassa comune.

Arriviamo verso le 20:00 al Pope Paul VI Memorial Hotel, prendiamo le stanze e poi andiamo a cena. L’hotel è bruttino e la cena a buffet non è nulla di che. Durante la cena facciamo anche un secondo versamento di cassa comune in dollari americani. Paghiamo la cena e a nanna, siamo tutti carichi per il lungo viaggio che ci aspetta.

gg

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km

tempi

3

(sab) 03/08/2024

Kampala -> Ziwa Rhino Sanctuary -> Pakwach

168;170

4h;5h

Ore 5:00 colazione, ore 6:00 si parte.

Notiamo subito che la Jeep di Zed è stata sostituita durante la notte a causa della frizione completamente andata.

Anche la sostituta non era in perfette condizioni, da subito inizia a fare i capricci spegnendosi di quando in quando e faticando a riaccendersi. Inizialmente non sembra nulla di grave e proseguiamo.

Facciamo una sosta per comprare della frutta ad un coloratissimo mercatino lungo la strada, la nostra destinazione è la riserva dello Ziwa Rhino Sanctuary dove avremo la possibilità di vedere da vicino i rinoceronti bianchi.

Arrivati al parco, dopo un breve briefing con il ranger, veniamo condotti con altre Jeep all’interno della riserva. Il tragitto è breve.

Scendiamo, è circa mezzogiorno e il caldo si fa sentire davvero tanto.

Non facciamo nemmeno cento metri a piedi che raggiungiamo i tracker, ranger che monitorano la posizione delle famiglie dei rinoceronti e la comunicano continuamente agli altri rangers della riserva.

Trenta secondi dopo aver incontrato i trackers incontriamo questi pacifici bestioni. Una famiglia composta da una femmina adulta e tre “cuccioli”. Se ne stanno all’ombra brucando qualche ciuffo d’erba ancora verde, siamo molto vicini e l’emozione è tanta. Stiamo in loro compagnia meno di un’oretta, più che sufficiente per poterli ammirare da vicino ma allo stesso tempo senza disturbarli troppo.

Ritorniamo all’ingresso del parco, mancia al ranger che ci ha accompagnato e ripartiamo per il Murchison Falls National Park.

Arrivati al gate ci fermiamo per registrare il nostro ingresso e ripartiamo in direzione nord.

Già al gate ci accorgiamo della presenza di decine famiglie di babbuini e appena iniziamo a muoverci facciamo i primi incontri interessanti con antilopi, scimmie cappuccine, facoceri e zebre. Subito dopo tocca ad un nutrito gruppo di giraffe che si stagliano sulla collina con la loro eleganza.

In questa parte del parco ci sono tantissimi animali, non me lo sarei mai aspettato.

Attraversiamo il Nilo Bianco ed entriamo in una parte di parco ricchissima di vegetazione dove però vediamo molti meno animali.

Usciamo dal gate nord del parco e ci dirigiamo verso il lodge dove arriviamo poco prima del tramonto. Fuori dal lodge vediamo una coppia di elefanti cibarsi proprio di fianco alla strada.

L’Heritage Safari Lodge è molto carino e si colloca sulla riva di un’ansa del Nilo Bianco. Le casette sono spaziose con due letti matrimoniali per ogni casetta.

La cena a buffet è buona e il servizio è anche valido, il personale è molto gentile.

C’è chi va a dormire subito dopo cena, i più temerari rimarranno svegli fino alle dieci di sera. La giornata è stata lunga e il mattino dopo la sveglia, come sempre, sarà prima dell’alba.

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tempi

4

(dom) 04/08/2024

Murchison Falls National Park

-

Tutta la giornata

Colazione alle 5:30 e pronti per il game drive alle 6:30.

Rientriamo al parco dal gate a Nord e ripercorriamo a ritroso parte della strada che ci ha condotto al lodge il giorno prima. Subito dopo aver riattraversato il Nilo imbocchiamo una strada sterrata e da questa inizia il nostro game drive che durerà fino alle 11:00.

Vedremo anche oggi tante gazzelle, zebre, elefanti, qualche ippopotamo, giraffe e tantissimi babbuini.

Dopo il game drive ritorniamo sul ponte che attraversa il Nilo ma stavolta ci fermiamo in un porticciolo situato proprio sotto il lungo ponte.

Qui saliamo su un barcone con due ponti coperti e diverse panchine dove potersi sedere e ammirare il paesaggio.

Risaliamo il fiume fino ad arrivare vicino alle cascate che danno il nome al Parco Nazionale. Le cascate non sono enormi ma la portata d’acqua è notevole anche se siamo nella stagione secca.

Facciamo dietrofront e ritorniamo al porto. Il boat safari dura circa due ore e mezza e si vedono molti ippopotami e qualche coccodrillo. Abbiamo approfittato di questo boat safari per pranzare. Sulla barca c’è la possibilità di acquistare qualche bevanda fresca e qualche snack.

Riprendiamo le jeep e ci impieghiamo quasi un’ora per arrivare al Top of Murchison Falls.

Il trekking è molto breve, si tratta per lo più di una passeggiata. È durato circa 40’ con soste di spiegazione da parte del ranger. Per chi non volesse fare il brevissimo trekking è possibile scendere fino al margine delle cascate procedendo per il sentiero in senso inverso, sono a circa cento metri dall’inizio del sentiero.

Riprendiamo le Jeep e torniamo al lodge. Gli incontri più belli sono avvenuti proprio durante questa fase della giornata.

Quado il sole scalda meno tutti gli animali escono allo scoperto per mangiare e bere. Tantissime giraffe, mandrie di bufali e gazzelle a perdita d’occhio fino ad arrivare nello stesso punto dove avevamo incontrato i due elefanti il giorno prima, sempre vicino al lodge. Stavolta erano proprio a bordo strada, se avessimo allungato una mano avremmo potuto toccarli.

Rientriamo ai lodge per le 18:45, tempo di fare una doccia, cena e a nanna.

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tempi

5

(lun) 05/08/2024

Murchison Falls National Park -> Butiaba Village -> Fort Portal

105;254

2h30’;4h30’

Colazione 5:30 e partenza 6:30 diventano subito degli standard di questo viaggio.

Salutiamo il bel lodge e partiamo in direzione comunità di Butiaba.

Si tratta di una piccola cittadina di pescatori posta nella regione ovest dell’Uganda sulle sponde del lago Albert.

Appena siamo scesi dalle Jeep siamo stati accolti da un folto gruppo di bimbi che ci hanno fin da subito rubato un pezzettino di cuore. Questo è stato il primo impatto con quello che tutte le persone che conosco e che sono state nell’Africa nera mi hanno raccontato: il sorriso dei bambini che vivono la loro vita con una serenità, una felicità e una spensieratezza che noi non siamo più abituati a vedere.

Le foto si sprecano e passeremmo tutta la giornata in loro compagnia a rivederci negli schermi delle nostre macchine fotografiche o dei nostri smartphone. Veniamo presentati al capo villaggio che ci accompagna a fare un giro per vedere le principali attività di sostentamento della comunità, tra cui spicca ovviamente la pesca.

La visita dura circa un’ora ma poi dobbiamo ripartire in quanto ci aspettano più di cinque ore per arrivare al nostro albergo di Fort Portal. Più si scende verso sud e più cambia il paesaggio.

Arriviamo a Fort Portal verso sera. Il Kasenene Legacy Hotel non è nulla di che, anzi, è piuttosto bruttino anche se il buffet non è malissimo.

I più sfortunati (come il sottoscritto) si prenderanno la stanza che si affaccia sulla strada principale e si beccheranno musica a tutto volume fino a tarda notte.

gg

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tempi

6

(mar) 06/08/2024

Fort Portal -> Bwindi Impenetrable Forest

382

8h

Oggi è la prima giornata dedicata interamente al trasferimento.

A causa di un problema di sicurezza indicato dalla Farnesina sul sito Viaggiare Sicuri, non ci è, giustamente, concesso di fermarci al Queen Elizabeth National Park. Qui solitamente si sostavano una o due notti facendo il trekking agli scimpanzè. Oggi ci passeremo di fianco fino ad arrivare al Gorilla Closeup Lodge all’interno del Impenetrable Forest National Park.

La prima sosta la effettueremo proprio all’equatore dove assisteremo alla solita scenetta dell’effetto Coriolis dell’acqua che viene scaricata da delle bacinelle. A nord dell’equatore l’acqua crea un moto rottorio orario quando viene scaricata dal foro posto alla base della bacinella, a sud antiorario e esattamente all’equatore nessun moto rotatorio.

Ovviamente c’è il trucco che serve per enfatizzare l’azione della forza di Coriolis.

Riprendiamo il nostro viaggio a bordo delle Jeep. È tutta strada asfaltata fino alla deviazione per la foresta di Bwindi.

Incontriamo tantissimi villaggi lungo la strada; strada che viene usata da bambini in divisa che si recano a scuola. Tutti ci salutano e noi ricambiamo.

Sostiamo per pranzo che sono circa le 14:00. Qui abbandoniamo l’asfalto per la pista sterrata che si arrampica lungo il versante delle montagne del parco.

Non si contano le coltivazioni di Tè lungo i ripidi pendii delle montagne. Se il paesaggio è sempre stato verde, ora lo è ancora di più. I monti della foresta impenetrabile hanno dei versanti molto ripidi ma incredibilmente verdi. Partendo dal fondo valle dove si trovano molti corsi d’acqua usati per l’irrigazione dei campi, si sale attraverso ripide piantagioni di Tè alternate a piantagioni di banane e ananas, ancora più in alto si trovano boschi di eucalipto e per finire grandi pini.

Dopo un lungo tratto di pista sterrata reincontriamo l’asfalto ma per poco tempo prima di affrontare l’ultimo tratto di sterrato che ci porta al lodge.

Il Gorilla Closeup Lodge è molto bello ma sembra che sia lasciato un po' al suo destino. La scalinata di legno che porta alla reception è ceduta da un lato e mai sistemata. Alcune stanze sono molto belle, altre sembra che non siano state usate da tanto tempo. Io ho alloggiato nell’edificio composto da due grandi stanze: Dian Fossey Lower (la mia) e Dian Fossey Upper (di altri partecipanti). La stanza era molto grande con due grandi letti matrimoniali protetti da generose zanzariere. La stanza affacciava su un largo terrazzo con una vista strepitosa su tutta la valle. Il bagno era un pochino meno bello ma con un grande problema: la doccia era solo bollente. Per farsi la doccia bisognava aspettare che tutti gli occupanti della struttura l’avessero fatta e che l’acqua calda si esaurisse. In questo modo la si poteva fare tiepida o fredda, diversamente era inaffrontabile. In altre stanze, invece, hanno trovato diversi insetti morti da tempo sul letto, sintomo di una stanza in disuso.

Siamo stanchissimi, il trasferimento è stato davvero molto lungo ed impegnativo per le nostre schiene. Senza contare che, per l’ennesima volta, la batteria della nostra Jeep ha ceduto ed Alex, con l’altra Jeep, non si è nemmeno posto il problema di aspettarci e venire in nostro aiuto. Come sempre, Zed, ha risolto con l’aiuto della gente del posto.

La cena del lodge non è male, anzi, il pollo fritto è uno dei più buoni che abbia mai mangiato.

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tempi

7

(mer) 07/08/2024

Gorilla Trekking

-

Tutta la giornata

Oggi è la giornata più attesa della parte ugandese del viaggio.

Colazione alle 5:30 e partenza alle 6:30 con arrivo alla stazione dei rangers per le 7:15 circa.

Veniamo accolti con una danza di benvenuto da parte delle donne della comunità. Molto carina.

Finita la danza veniamo riuniti in una sala dove ci mostrano un video del parco e ci viene fatto un briefing da parte di un ranger. Ci viene spiegato come sono composte le famiglie dei gorilla, quanti sono in numero e come comportarsi quando saremo in loro compagnia.

Al termine del briefing usciamo all’esterno dove troviamo dei cartelli con il nome della famiglia dei gorilla e un ranger vicino ad ogni cartello. Ci dividiamo in gruppi di otto persone. Il mio gruppo viene assegnato alla famiglia “Posho”.

Il trekking si divide in tre parti:

  • Avvicinamento
  • Incontro coi gorilla (un’ora)
  • Rientro

Sia la durata che la difficoltà del trekking possono variare a seconda di dove si trova la famiglia dei gorilla a cui si viene assegnati.

Il primo tratto di avvicinamento può essere percorso sia in Jeep che a piedi, dipendentemente dal fatto che la pista sterrata sia percorribile o meno dalle nostre Jeep. La famiglia “Posho” era relativamente vicina ma non era possibile usufruire delle Jeep in quanto la pista sterrata era troppo ripida. All’altro gruppo è andata meglio.

Prima di partire è possibile ingaggiare dei portatori che ti aiutino sia con lo zaino che a superare alcuni tratti di sentiero particolarmente ostici.

Non abbiate timore di ingaggiarli, è il loro lavoro e il vostro denaro è a supporto della comunità. Noi ne abbiamo ingaggiati due, ma sarebbe stato meglio prenderne un paio in più.

Il nostro gruppo era così formato:

  • Il ranger a guidare il gruppo in costate contatto coi tracker: altri rangers che seguono da vicino le famiglie dei gorilla e ne comunicano costantemente la posizione
  • Otto partecipanti
  • Due portatori
  • Un ranger a chiudere il gruppo

Per raggiungere la nostra famiglia dobbiamo scendere ed è una cosa che odio. La discesa ti spezza le gambe e poi, tutta la strada fatta in discesa, te la devi rifare in salita al ritorno.

Siamo gasatissimi e non ci rendiamo conto che i primi cinquecento metri ce li facciamo su una ripidissima pista sterrata, effettivamente impraticabile, soprattutto in salita, dalle nostre Jeep. Siamo fortunati, non piove e non è piovuto durante la notte, altrimenti il tutto si sarebbe enormemente complicato.

La pista è polverosa e piena di piccole pietre che rendono la discesa abbastanza scivolosa.

Il secondo tratto consiste di un ripidissimo e scivolosissimo sentiero che si snoda nella bellissima foresta di eucalipti.

Arrivati in fondo al sentiero (con qualche scivolone annesso ma nulla di grave) riposiamo i nostri quadricipiti per qualche minuto. Siamo arrivati alla casa di un contadino e qualche capretta ci osserva curiosa.

Attraversiamo il terreno del contadino e ci tocca l’ultima parte di sentiero in discesa. Attraversiamo una piantagione di Tè. Il paesaggio è mozzafiato ma non dobbiamo distrarci. L’insidia di questa parte di sentiero, oltre all’inclinazione notevole, è data dalle radici che spuntano dal terreno e dai durissimi rami tagliati con le cesoie che diventano come piccole lance pronte a ferirvi le gambe.

Fa anche tanto caldo. A seconda di quanto siete abituati a bere, portatevi dietro molta acqua e magari qualche barretta per darvi energia.

Finalmente siamo arrivati sul fondo valle dove scorre un piccolo torrente. A questo punto la foresta diventa davvero impenetrabile. È qui che incontriamo i nostri tracker e avvistiamo i primi gorilla.

Fuori le macchine fotografiche, poggiamo gli zaini, infiliamo le mascherine chirurgiche per evitare eventuali contagi ai gorilla e parte l’ora di tempo a nostra disposizione con la famiglia.

La “Posho” family è composta da 17 elementi tra cui, ovviamente, il Silverback (unico maschio adulto chiamato così per il colore argenteo del pelo sulla schiena), diverse femmine e altri gorilla più o meno giovani, compreso qualche cucciolo.

I trackers ed il ranger ci fanno spazio nella vegetazione a suon di machete in modo da poterci avvicinare ai gorilla in tutta sicurezza. Tengono loro le distanze e ci dicono dove andare e cosa fare.

Muoversi nella vegetazione è abbastanza faticoso ed è necessario farlo con ottime scarpe da trekking, pantaloni lunghi infilati dentro ai calzini per evitare che gli insetti vi si infilino sotto, t-shirt a manica lunga, guanti e berretto/cappello. Molte piante sono spinose mentre alcune urticanti per cui i guanti sono una sicurezza in più.

Stiamo tutti in silenzio mentre ammiriamo queste meraviglie muoversi lentamente nella foresta fermandosi solamente per selezionare la pianta da mangiare o bere l’acqua del torrente. Le foto si sprecano. Loro sono vicinissimi, in alcuni casi, quando si spostano, allungando le mani avremmo potuto toccarli, cosa ovviamente che non abbiamo fatto.

Sono due le cose che mi sono rimaste fortemente impresse: lo sguardo dei gorilla quando ti fissano e le gigantesche mani del Silverback, tanto uguali alle nostre ma infinitamente più grandi, intente a spulciare la schiena di una femmina con una delicatezza che useremmo per trattare un cristallo fragilissimo. I gorilla si muovono intorno a noi quasi incuranti della nostra presenza. Il gigantesco Silverback controlla la situazione costantemente. L’emozione è tantissima e non sappiamo da che parte girarci: lì una femmina mentre accudisce il cucciolo, dall’altra parte il maschio che seleziona il cibo, dall’altra ancora i gorillini bere dal torrente usando il dorso della mano o rotolarsi proprio nell’acqua. L’ora scade troppo in fretta e non vorremmo più andarcene. Lentamente torniamo sui nostri passi voltandoci spesso per vedere ancora una volta questi magnifici animali.

Come da copione, ora tocca rifarci tutta la strada in salita, sotto il sole.

Facciamo fatica e ci fermiamo a riprendere fiato ogni volta che possiamo. Attenzione ai colpi di calore, bevete molto e fermatevi se siete stanchi, avete tutto il tempo.

Il nostro trekking è durato quasi sei ore.

Due ore a scendere, un’ora in compagnia della famiglia, tre ore, quasi, a salire.

Una volta in cima diamo la mancia a ranger e portatori e facciamo shopping nelle bancarelle di proprietà dei vari portatori.

L’altro gruppo era tornato da tempo. Sono stati più fortunati. Si sono avvicinati moltissimo con le Jeep e poi hanno fatto solo un’ora di trekking: mezz’ora all’andata e mezz’ora al ritorno.

Rientriamo al lodge stanchi ma contentissimi.

Doccia, cena e a letto.

gg

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tempi

8

(gio) 08/08/2024

Bwindi Forest -> Mutukula -> Passaggio alla frontiera -> Bukoba

337;90

10h;2h

Altra giornata dedicata interamente al trasferimento, solo che stavolta è davvero un massacro che, a mio avviso, andrebbe in qualche modo evitato.

Anche se le nostre intenzioni erano di partire alle 6:30 come di consueto, siamo partiti che erano quasi le sette.

Il tratto di pista sterrata è più breve rispetto al giorno precedente anche se comunque abbastanza impegnativo.

Ci fermiamo solo due volte prima di arrivare alla frontiera di Mutukula. Ogni sosta ci porta via una mezz’ora, non di più, però arriviamo alla frontiera dopo circa nove ore pulite di Jeep. Inoltre, gli ultimi cento chilometri prima di Mutukula sono caratterizzati da una strada asfaltata resa semi impraticabile dai buchi creati dal traffico pesante. Si procede a rilento.

Non ne possiamo più ma dobbiamo attraversare il confine e poi spararci altre due ore per arrivare a Bukoba.

Pensavamo di doverci portare tutti i bagagli a mano durante l’attraversamento della frontiera ma così, per fortuna, non é. I drivers ugandesi si trovano con quelli tanzaniani in un parcheggio che è già territorio tanzaniano e quindi dobbiamo solo trasferire i bagagli da una Jeep all’altra.

Nel frattempo, andiamo a sbrigare le pratiche doganali.

Al primo sportello ugandese mi viene chiesto se ho una lista di tutto il gruppo con anche il dettaglio dei passaporti. Lo consegno e me lo timbrano, sembra serva per il vaccino contro la febbre gialla.

Al secondo sportello, invece, sbrighiamo le pratiche di uscita dall’Uganda. Non dovrebbe essere una cosa lunga ma purtroppo manca la corrente per un attimo, i pc si riavviano e ci vogliono 15 minuti perché tornino operativi. Ora che sembra tutto funzionare, altro blackout e nuova attesa di 15 minuti.

Per fortuna non ci sono stati altri avvenimenti simili, altrimenti saremmo ancora lì.

Subito dopo andiamo allo sportello della Tanzania dove ci timbrano l’ingresso sul passaporto.

Usciamo appena in tempo per salutare i nostri drivers; salutiamo Alex e subito dopo le lacrimucce scendono copiose quando dobbiamo salutare Zed.

Pronti via, ora altre due ore per arrivare a Bukoba.

Per fortuna la strada è in condizioni migliori così come le sospensioni e le frizioni delle nostre Jeep. Solo una cosa, i drivers comunicano con la radio, ok nulla di male, se non per il fatto che lo facevano di continuo e…. urlando.

Arriviamo al BCD Stella Hotel che sono quasi le nove di sera e siamo molto provati.

L’hotel, purtroppo, anche se dall’esterno sembra grande e moderno, dentro è vecchiotto e le camere non sono pulite. Pure il buffet è appena sufficiente con porzioni davvero piccole.

Facciamo finta di nulla, almeno abbiamo acqua calda per la doccia e andiamo a dormire cercando di dimenticare questa giornata da incubo. Peccato che, nuovamente sfortunato, mi tocca la stanza che affaccia sulla strada dove si sente musica ad alto volume fino alle quattro del mattino. Volevo morire.

gg

data

tappe

km

tempi

9

(ven) 09/08/2024

Bukoba -> Muganza -> Rubondo Island

166;8

2h30’;45’

Colazione alle 6:00 e partenza alle 7:00 in direzione Rubondo Island National Park. Essendo completamente fuori dalle rotte turistiche classiche non sappiamo esattamente cosa aspettarci anche se però, nelle relazioni dei viaggi precedenti ho letto solo belle cose.

Ci fermiamo in una banca per fare un piccolo cambio valuta.

Ripartiamo in direzione Muganza dove ci sarà la barca ad attenderci per portarci sull’isola di Rubondo.

Visto che sull’isola saremo rimasti solo una notte, ci eravamo preparati un piccolo bagaglio con lo stretto necessario da portare con noi. Il resto dei bagagli rimarrà sulle Jeep parcheggiate nell’area recintata e riservata del porto.

Ci registriamo all’imbarcadero intorno a mezzogiorno e ci dirigiamo verso il molo dove una lancia dall'aspetto "molto vissuto" ci sta aspettando.

Perplessi saliamo a bordo e prima di metterla in moto ci sono voluti svariati tentativi da parte del capitano; speravamo tutti che non si accendesse contando di poter usufruire del moderno traghetto.

Niente da fare, al sesto o settimo tentativo il motore si è acceso ed abbiamo attraversato il breve tratto che separa l’isola di Rubondo dalla terra ferma in meno di quarantacinque minuti.

Dall’altra parte ci aspettavano due Jeep aperte che ci hanno poi portato al piccolo villaggio dove avremo alloggiato.

Subito ci siamo accorti che, oltre ai rangers, eravamo gli unici abitanti di quella parte di isola. L’isola di Rubondo, come superficie è simile all’Isola d’Elba, per cui piccola ma nemmeno troppo.

Il villaggetto è costituito da un edificio principale dove servono i pasti e da alcune casette, chiamate Bandas, dove ci sistemiamo.

Il villaggio con le sue Bandas è distribuito lungo una piccola spiaggia sul versante opposto dell’isola, attaccato alla pista di atterraggio.

Le casette erano così suddivise: una casetta grande con una stanza da tre letti singoli, due stanze con un letto singolo e due bagni; tre casette con una stanza da letto matrimoniale e un bagno ed infine una casetta composta da due stanze con doppio letto matrimoniale e un bagno per stanza. Ogni casetta affaccia sulla spiaggia ad una ventina di metri dall’acqua del lago Vittoria. Dietro alle casette c’è la meravigliosa foresta del parco naturale.

La cosa singolare è che, di notte, gli ippopotami che popolano il lago, escono dall’acqua per andare a mangiare nella foresta; lo fanno proprio uscendo dalla spiaggia e li si riescono a vedere dalle casette.

Abbiamo circa un’oretta per rilassarci prima di effettuare il game drive. Ci voleva.

Alle 16:00 iniziamo il game drive divisi in due gruppi accompagnati da drivers e rangers. Le de jeep si separano da subito prendendo due direzioni opposte ma facendo lo stesso giro ad anello.

La foresta dell’isola appare da subito molto bella con bellissimi alberi e tantissima vegetazione rigogliosa. Migliaia di libellule riposano sulla pista sterrata e, disturbate dal nostro passaggio, si librano in volo accompagnandoci per lunghi tratti.

Vediamo molte scimmie, qualche giraffa e poi un elefante. Spegniamo il motore e osserviamo il pachiderma che si gratta contro un albero che vibra e si piega sotto la forza del grande bestione. Intorno a noi il silenzio totale, solo il suono della foresta e il rumore dell’elefante che si gratta. Riaccendiamo il motore e cerchiamo di avvicinarci ma lui ci fa capire che non è il caso. Arriviamo fino alle case dei rangers e poi torniamo indietro vedendo tantissime gazzelle e ancora giraffe oltre a qualche lucertolone che prende il sole.

Rientriamo subito dopo il tramonto e ci sediamo intorno al fuoco acceso dai rangers vicino alla spiaggia. Poco dopo anche l’altra Jeep rientra alla base. Mentre aspettiamo la cena assistiamo con grande stupore all’uscita degli ippopotami dal lago per dirigersi nella foresta. Sono molto guardinghi e scappano se illuminati con le nostre torce che cerchiamo quindi di tener spente.

Dopo una soddisfacente cena a buffet ce ne andiamo nelle nostre casette, doccia calda e mi addormento profondamente coccolato dal suono delle onde del lago che si infrangono sulla vicina spiaggia.

Unica nota di attenzione: dopo il tramonto, dalla foresta e dal lago, si levano in volo milioni di farfallette che sono attirate dalla luce bianca delle torce e dalle luci accese nelle stanze.

Ogni casetta ha le zanzariere alle finestre. Sono innocue ma sono davvero tantissime. Il mio consiglio è di tenere spente le luci delle casette e di munirvi di torcia frontale con la possibilità di attivare una luce rossa, questa non attira i piccoli insetti.

gg

Data

tappe

km

tempi

10

(sab) 10/08/2024

Rubondo Island -> Muganza -> Busisi -> Mwanza

8;232;37

45’;3h30’;2h

Questo è il giorno dove dormiremo di più di tutto il viaggio.

Ci svegliamo con calma e facciamo colazione. Ci divideremo in due gruppi che si alterneranno in una mattinata dedicata al Bird Watching (che diventerà più che altro un poo watching) e un Boat Safari. Colazione alle 8:30 e alle 9:00 il primo gruppo parte con la barchetta scoperta per il boat safari. Il secondo gruppo invece si incammina per un bird watching nel parco proprio attorno alle casette fino alla vicina pista di atterraggio. Più che un bird watching sarà un poo watching. Il ranger ci dirà vita morte e miracoli delle varie cacche nelle quali ci imbatteremo. Due ore e mezza sono sufficienti e verso le 11:30 ci diamo il cambio. Con la barchetta vedremo una piccola porzione di costa con diversi coccodrilli, ippopotami e uccelli di vario genere. Infine, ci porterà a circumnavigare una piccolissima isoletta a poca distanza da Rubondo Island. L’isoletta, con un perimetro sicuramente inferiore ai 500 metri, è abitata solo da uccelli e coccodrilli. Il numero dei rettili che la abitano è impressionante, così come impressionante è la puzza causata dallo sterco dei volatili.

Rientriamo alla base, recuperiamo i nostri zainetti, ritorniamo al molo dove incontreremo un ippopotamo intento a mangiare piante. Il cielo è coperto quindi questi bestioni si sono attardati a rientrare nelle acque del lago.

Riprendiamo la lancia e in poco più di mezz’ora siamo alle Jeep che ci stanno aspettando.

Ripartiamo in direzione di Mwanza ma a Busisi, circa 37 chilometri prima di Mwanza, ci dobbiamo imbarcare su un traghetto. In questo punto il lago Vittoria si incunea verso sud creando il golfo di Mwanza. Passarci attorno ci porterebbe via troppo tempo per cui imbarchiamo. Tra le due sponde del ramo fanno la spola due traghetti che si alternano ogni trenta minuti circa.

Arrivati all’imbarco i drivers ci muniscono di biglietti e ci dicono di imbarcare subito. Noi lo facciamo ma le Jeep purtroppo arriveranno col traghetto dopo, non sono riuscite ad imbarcare insieme a noi.

L’attraversata dura una ventina di minuti e si vede uno scorcio del lago molto carino, soprattutto al tramonto.

Scendiamo dal traghetto ed aspettiamo le nostre Jeep in uno spiazzo poco dopo il molo. Ci raggiungono un meno di un’ora, risaliamo e si parte per l’ultima tratta di trasferimento della giornata che ci porta fino a Mwanza.

Alloggeremo in un bell'Hotel.

La cosa strana, però, è che avevo prenotato l’albergo (Hadjens Hotel) nel quale abbiamo fatto il check-in lì, ma abbiamo dormito nelle stanze dell’Hotel Leyshof (di pari livello). La cena invece è stata servita al Hadjens per cui la spola tra i due edifici l’abbiamo fatta con delle auto di proprietà dell’hotel. Altra cosa singolare è che siamo stati paparazzati durante tutta la cena e le foto, con tanto di video, sono stati pubblicati a nostra insaputa sul canale Instagram dell’albergo.

gg

data

tappe

km

tempi

11

(dom) 11/08/2024

Mwanza -> Mugumu

267

6h

Colazione nella zona ristorante dell’Hotel Leyshof, non super come ci aspettavamo; partenza alle 8:00.

Altra giornata di trasferimento per arrivare a Mugumu.

Il primo tratto di strada è sempre ben asfaltato ma all’altezza della città di Nyamuswa si deve piegare verso est abbandonando l’asfalto per una pista sterrata bianca che ci porta fino a Mugumu.

Tra una cosa e l’altra ci impieghiamo circa sei ore per arrivare a destinazione: alloggeremo all’Elegance Hotel di Mugumu.

Un posto oltre le mie più rosee aspettative. Camere grandi, pulite e con letti grandi e comodi. Peccato che ci fossero solo i coprimaterassi e che non fossero previste le lenzuola. Nemmeno gli asciugamani c’erano. Sono riuscito a strapparne almeno uno per camera.

Incredibile, sono le 16:00 e siamo già in albergo. Chi vuole ha tempo per farsi un giretto per il paese, nulla di che.

Ritrovo per cena, solito buffet, speravo meglio.

gg

data

tappe

km

tempi

12

(lun) 12/08/2024

Mugumu -> Serengeti Mara River - Lobo Public Campsite

200

Tutta la giornata

La mattina lasciamo l’hotel dopo colazione che sono le 8:30.

È arrivata anche la service car che ci ha caricato tutti i bagagli e con la quale siamo andati a fare il carico d’acqua.

Ho previsto un consumo di circa 5 litri d’acqua a testa al giorno compresa quella per lavarsi i denti e per lavare pentole e stoviglie. Ne basteranno quattro a testa visto che in ogni Campsite ci sono i punti dove poter lavare le stoviglie. L’acqua la compriamo in boccioni da circa 19 litri.

Sempre a Mugumu, alcuni partecipanti comprano una SIM locale in quanto non avevano fatto in tempo a comprarla prima.

A questo punto le due Jeep si separano dalla service car che andrà direttamente al Campsite di Lobo mentre noi andremo a nord, fino al Mara River.

Sono le 12:45 quando finalmente entriamo nel Serengeti, siamo in ritardo di quasi un’ora rispetto al programma, ma poco male.

La pista sterrata che porta fino a nord è messa abbastanza male in alcuni punti, fortunatamente stiamo facendo un game drive nel posto con più animali che mi sia mai capitato di vedere e quindi alla strada proprio non facciamo caso.

Me lo avevano detto: come il Serengeti, nessun posto al mondo. Avevano ragione.

Centinaia di migliaia di esemplari tra Gnu, zebre, antilopi e gazzelle riempiono le verdissime praterie del nord del parco. Ovunque ci giriamo ne vediamo a migliaia e a perdita d’occhio. Tempo di arrivare al fiume Mara, che è esattamente come lo avevo visto nei documentari di Piero Angela, e notiamo una nutrita mandria di Gnu intenta a brucare a meno di una cinquantina di metri dal fiume. Sulle rive scoscese, ad aspettarli, decine di enormi coccodrilli.

Ci fermiamo insieme ad altre Jeep ed aspettiamo. Che culo, in meno di dieci minuti di attesa la mandria comincia ad attraversare il fiume dove l’acqua è più bassa, lo si vede dall’increspatura superficiale dell’acqua. Quasi contemporaneamente tutti i coccodrilli che se ne stavano beati a prendere il sole si tuffano in acqua cercando di raggiungere la mandria. Siamo tutti con il fiato sospeso, centinaia di esemplari hanno già attraversato indenni il corso d’acqua; ad un certo punto la colonna si interrompe, i coccodrilli sono troppo vicini per attraversare.

Solo uno Gnu è rimasto indietro, si trova in un punto dove l’acqua è profonda e fa fatica a raggiungere la riva che per lui vorrebbe dire “vivere”. Uno dei coccodrilli se ne accorge, cambia rotta, si avvicina, arriva. La gente si divide in due fazioni, come fosse una partita di calcio: chi tifa per lo Gnu, chi tifa per il coccodrillo.

Un urlo interrompe il silenzio: il coccodrillo riesce a mordere lo Gnu, gli morde una spalla ma perde la presa e allo stesso tempo perde la cena. Lo Gnu riesce a raggiungere la riva, zoppica e si vede che la spalla è ferita. Nel frattempo, la mandria che ancora doveva attraversare è tornata sui propri passi, e sono tornati a brucare placidamente la poca erba rimasta. Che emozione, la prima vera scena di caccia, appena arrivati. I drivers ci dicono che siamo stati molto fortunati, alcune delle Jeep che hanno assistito con noi alla scena erano lì dalla mattina in attesa.

Siamo gasatissimi ma il tempo a nostra disposizione sul Mara River è terminato, dobbiamo rientrare prima che faccia buio.

Sono circa cento i chilometri che separano il Mara River dal Lobo Campsite. Alcune parti di pista sono messi bene e si percorrono ad una buona media oraria stando attenti ovviamente a non investire gli animali che sovente attraversano la strada. Ci fermiamo di quando in quando a vedere branchi di elefanti, bufali e giraffe. Arriviamo al Campsite poco prima del tramonto.

Allestiamo la piccola cucina da campo e ci facciamo degli spaghetti al sugo di pomodoro. Il pasto migliore da quando siamo in viaggio.

La doccia del Campsite è solo fredda, non c’è corrente elettrica, non c’è WiFi e non c’è copertura telefonica per le nostre SIM/ESIM.

Mi infilo nel sacco a pelo e prima di addormentarmi sento il verso di qualche iena che si sta aggirando vicino al Campsite. Poco dopo inizia a piovere ma smette quasi subito.

gg

data

tappe

km

tempi

13

(mar) 13/08/2024

Lobo Campsite -> Mara River -> Lobo Campsite

-

Tutta la giornata

Partiamo alle sei del mattino per il nostro game drive. Anche oggi siamo fortunati, a detta dei nostri driver.

A meno di mezz’ora dalla partenza il nostro driver, Martin, vede due leonesse acquattate nell’erba alta, spuntano solo le orecchie. Stanno monitorando una mandria lontana, hanno fame. Dentro di me pensavo: sarebbe bello che qualche sventurato arrivasse a tiro, magari da solo.

Nemmeno il tempo di finire di pensarlo ecco che uno Gnu solitario arriva dalla parte opposta. Le due leonesse lo vedono e lo fiutano, lui no perché è a sfavore di vento. Una delle due leonesse, forse quella con più fame, decide di provarci. Parte al piccolo trotto rimanendo piatta sul terrendo, poi si ferma. Lo Gnu, ignaro continua a procedere proprio in direzione della leonessa che è vicinissima e che a questo punto decide di entrare in azione; esce dall’erba lanciandosi verso lo Gnu che di tutta risposta si gira su sé stesso e si lancia in una corsa che per lui vuol dire vita o morte. La leonessa si avvicina, manca poco ma lo scatto le è costato tanta fatica, arriva a meno di due metri ma poi lo Gnu recupera sulla distanza. Anche per stavolta predatore 0, preda 1. Ma non è finita, la leonessa torna sui suoi passi per riunirsi all’altra che ha valutato diversamente e se ne è rimasta accucciata a guardare la scena da lontano, come noi. Invece di ritornare dalla parte del bush, dove l’erba era alta, decide di farlo lungo la strada passando di fianco alle nostre Jeep, quasi strusciandosi contro. Allungando la mano dal finestrino la si sarebbe potuta toccare. Cosa che, ovviamente, non ci è nemmeno passata per l’anticamera del cervello. Si lascia ammirare senza minimamente interessarsi a noi, anzi, sembra quasi farlo apposta.

Questo è stato il primo incontro interessante della giornata ed eravamo solo noi. Che culo.

Ripercorriamo la strada fino al Mara River fermandoci anche a vedere un leopardo che sonnecchia nascosto tra rami e foglie di un albero posto su una collina con un panorama mozzafiato. Anche oggi vediamo un numero impressionante di Gnu che proprio in questa stagione migrano verso nord per arrivare fino al Masai Mara in Kenya.

Siamo meno fortunati del giorno prima, aspettiamo qualche tempo che la mandria attraversi il fiume ma niente da fare. Rientriamo quindi al Campsite per la stessa strada con qualche deviazione per vedere struzzi, facoceri, iene e chi più ne ha più ne metta.

Rientrati al Campsite ci facciamo una doccia fredda e cuciniamo la seconda pasta del viaggio, questa volta al pesto.

Vado a dormire conscio che una famiglia di bufali sta dormendo nell’erba alta a pochi metri dal nostro Campsite.

gg

data

tappe

km

tempi

14

(mer) 14/08/2024

Lobo Campsite -> Serengeti Nord -> Sernorea Tumbili Public Campsite

-

Tutta la giornata

Facciamo colazione e poi carichiamo i bagagli nella service car.

Si riparte per un game drive che durerà tutto il giorno fino ad arrivare al Campsite di Seronera prima che faccia buio.

Vediamo leoni femmine, leoni maschi, leopardi e tutti i big five ad eccezione del rinoceronte che rivedremo solo al Ngorongoro. Riusciamo a vedere anche un ghepardo correre e una famiglia composta da una mamma e tre giovani ghepardi quasi adulti. Ma l’incontro più incredibile lo abbiamo con una leonessa che allatta tre cuccioli di poco più di due mesi, a meno di cinque metri dalle nostre Jeep, e, anche stavolta, eravamo da soli. Inutile descrivere per filo e per segno tutto quello che abbiamo visto, non mi basterebbero cento pagine.

Arriviamo verso il tardo pomeriggio al Tumbili Public Campsite di Seronera. L’acqua è fredda, non c’è WiFi ma c’è la corrente elettrica. C’è pure anche un debole segnale per le nostre SIM/ESIM. Terza cena a base di pasta, questa volta con sugo alla Norma e ce ne andiamo a dormire. Ci devono essere dei leoni vicino, li sentiamo chiaramente. Piove anche stanotte.

gg

data

tappe

km

tempi

15

(gio) 15/08/2024

Serengeti Seronera

-

Tutta la giornata

Altra giornata interamente dedicata al game drive e anche oggi abbiamo visto un numero spaventoso di animali.

Rientriamo al tramonto, doccia fredda e, mentre prepariamo la cena, ci accorgiamo che un gruppo di giovani leone si sta aggirando fuori dal nostro Campsite.

È incredibile però come la cosa non ci metta troppa paura tanto che ce ne andiamo tutti a dormire senza troppi problemi.

gg

data

tappe

km

tempi

16

(ven) 16/08/2024

Serengeti Seronera -> Ngorongoro Simba Campsite

138

Tutta la giornata

Partiamo verso le 8:00 in direzione Ngorongoro.

La strada che collega il Serengeti al Ngorongoro è una pista bianca molto corrugata ed estremamente polverosa dove molte Jeep vuote che fanno la spola tra i parchi corrono a tutta velocità. Inutile dire che ci si siamo riempiti di polvere.

Il paesaggio cambia da verde a giallo e non esiste più erba fresca, la savana diventa un esteso campo di terra e polvere con solo qualche acacia a stagliarsi all’orizzonte. Ci fermiamo al gate che separa i due parchi, attendiamo le 15:00 per entrare. Il sistema di ingresso dei parchi è a tempo. Se paghi per un giorno, l’ingresso è valido per 24 ore dal momento in cui viene registrata l’entrata nel parco. Stessa cosa per Ngorongoro. Se entriamo ad Ngorongoro National Park per le 15:00 vuol dire che dobbiamo uscire il giorno dopo entro le 15:00 altrimenti si paga una giornata intera aggiuntiva per ogni partecipante. Il calcolo è stato fatto per poter fare un game drive di circa quattro ore il mattino seguente e poi uscire dal parco.

Nell’attesa ci fermiamo a consumare il nostro pranzo a base di scatolette di tonno in salsa di piselli, insalatissime, pringles e cocacola zero presa nel piccolo bar presente al gate del parco. Ci sediamo in una delle panche circolari con ombrellone fatto di paglia.

Poco prima di entrare nel parco di Ngorongoro alcuni hanno chiesto se potevano visitare il museo di Oldupai. Non era previsto nel preventivo ma è possibile pagare l’ingresso al solo museo presentandosi agli sportelli del gate muniti di permesso di ingresso al parco e pagare con Carta di Credito.

Ci siamo quindi divisi: una Jeep con sette persone sarebbe andata al museo, l’altra Jeep con gli altri sette si sarebbe fermata a visitare un villaggio Masai. Il museo, a detta dei ragazzi che ci sono andati, non è nulla di che ma l’affaccio sulla valle sottostante dicono meritare la spesa. Chi, come me, si è fermato al villaggio Masai si è consapevolmente trovato di fronte all’annunciata Tourist Trap. Al costo di USD 10,00 a testa si fa una donazione al capo villaggio, li vuole subito e li controlla banconota per banconota. Dopodiché: danza di benvenuto, visita alla scuola, visita ad una casa e per finire: acquisto cianfrusaglie che trovi anche all’aeroporto di Arusha a costi infinitamente inferiori ma che loro spacciano come manifattura locale. Il tutto dura meno di un’ora.

Arriviamo al Campsite Simba sul rim del cratere giusto prima che faccia buio.

Qui si sente che siamo alti in quota, circa 2.200 mt s.l.m. e fa freddo, decisamente freddo. C’è la corrente elettrica ed in teoria l’acqua delle docce sarebbe pure calda, solo che quando siamo arrivati noi, ovviamente, era bella che andata.

Ultima cena cucinata da noi a base di pasta con gli chef locali che chiedevano consigli su come cucinare una buona pasta al pomodoro.

Di notte si è scesi intorno agli 8 gradi centigradi con tantissima umidità.

gg

data

tappe

km

tempi

17

(sab) 17/08/2024

Ngorongoro Crater Area -> Arusha

177

3h30’

Sveglia alle cinque del mattino. Impacchettiamo tutti i bagagli e li mettiamo nella service car che ritroveremo ad Arusha.

Entriamo nell’area del cratere alle sei del mattino. La bruma deve ancora formarsi e con le prime luci dell’alba riusciamo a vedere dall’alto tutto il cratere, il paesaggio è pazzesco.

Fa freddo ma decidiamo comunque di tenere aperto il tetto della nostra Jeep, ci eravamo preparati il giusto abbigliamento già la sera prima. Il giro del cratere dura circa quattro ore ed è più che sufficiente per vedere tutto. In numero assoluto vedrete meno animali rispetto al Serengeti, ma sono tutti confinati in un ambiente tutto sommato ristretto. È incredibile vedere tutti insieme: elefanti, rinoceronti, gazzelle, antilopi, gnu, bufali, iene, ippopotami, aquile, fenicotteri, pellicani, facoceri e leoni. Sembra di essere appena sbarcati dall’Arca di Noè. Il sole ci prova ma non scalda abbastanza, almeno fino alle undici del mattino. Dopo un giro incredibile, avendo fatto il “pieno” di animali, usciamo dal parco che sono quasi le 15:00, giusto in tempo.

Appena fuori dal parco ci fermiamo a mangiare prima di proseguire per la bella strada asfaltata che ci porta ad Arusha e che passa a nord del Lake Manyara National Park. Ci accorgiamo che siamo nelle zone del parco grazie a gran numero di imponenti baobab che spuntano ai lati della strada e si stagliano all’orizzonte a volta bucando le foreste di alberi di acacia.

Arriviamo verso sera al Merves Hotel di Arusha, salutiamo i driver e li ringraziamo per le cose che ci hanno fatto vedere.

L’Hotel non è bello, speravamo in una doccia calda ma, ahimè, i boiler sono datati e, anche se funzionanti, scaldano poco e sono molto piccoli. Doccia tiepida per il primo, doccia praticamente fredda per il secondo.

Anche la cena è appena sufficiente.

Andiamo a dormire per l’ultima notte africana.

gg

data

tappe

km

tempi

18

(dom) 18/08/2024

Arusha -> Kilimanjaro International Airport -> Dar Es Salaam – Nairobi -> Doha

47;4.248-3.571

1h15’;6h55’-6h15’

Colazione scarsa alle 4:30 e alle 5:00 partenza col pullman per l’aeroporto. Una parte del gruppo parte direttamente per Doha con scalo senza discesa a Dar Es Salaam, una parte invece farà prima scalo a Nairobi per raggiungere successivamente Doha. Io faccio parte del primo gruppo. Arrivati a Doha abbiamo abbastanza tempo per uscire dall’aeroporto, ingaggiare un paio di taxi e portarci all’esterno dei due famosi musei: Museo Internazionale e Museo delle Arti Islamiche. Scendiamo dai taxi solo per fare delle foto al volo, sono le otto di sera e ci sono 38° con il 100% di umidità, è una cosa assurda. Per strada solo le persone che entrano ed escono dai musei. Ovviamente è stagione non turistica, fa troppo caldo. Ci fermiamo però al porto turistico, da poco rimesso a nuovo per cenare ad un ristorante italiano: Bianco Ristorante. Non abbiamo resistito, avevamo voglia di pizza tutti quanti. Abbiamo mangiato benissimo, speso più o meno come in Italia. Consiglio calamari fritti e, ovviamente, la pizza.

Rientriamo in aeroporto e ritroviamo il gruppo che arriva da Nairobi.

gg

data

tappe

km

tempi

19

(lun) 19/08/2024

Doha -> Milano Malpensa - Roma Fiumicino

4.425-4.039

6h10’-5h50’

Entrambi i voli partono in orario e atterrano in orario nei rispettivi aeroporti.

Ci salutiamo con la promessa di rivederci presto, magari in un prossimo viaggio.

Che dire, viaggio impegnativo ma incredibilmente bello. Mi sto chiedendo una cosa da quando sono tornato: "Ma se volessi vedere ancora così tanti animali, tutti insieme, dove potrei andare?". Credo che la risposta sia: "Tornare nel Serengeti!"

Ci salutiamo con la promessa di ritrovarci al più presto e, chissà, magari in altri viaggi in giro per il mondo.

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